mercoledì 28 settembre 2011

This way..

"Vorrei conoscere la direzione da prendere", chiese Alice.
"Dipende da dove vuoi andare", rispose lo Stregatto

A volte ci si sente come se si fosse del tutto smarrita la via.
Siamo seduti alla nostra scrivania, con le nostre cose intorno, la nostra famiglia aldilà del muro e il cellulare a portata di mano che potrebbe immediatamente connetterci con chiunque noi vogliamo. Eppure, è come essere in mezzo al deserto.
In questi momenti, la cosa migliore è non farsi prendere dal panico! Una strada dovremo trovarla.

Il grosso problema nel decidere da che parte andare è stabilire a priori dove vogliamo arrivare.
Le scelte a volte possono essere laceranti: posso scegliere di rimpinzarmi di torta adesso, perché mi fa star bene e rimpiangerlo dopo quando avrò mal di pancia, i brufoli e non entrerò più nei jeans. Oppure, al contrario, posso decidere di soffrire adesso: butto la torta nel cestino e sgranocchio una carota, la cosa mi rende triste adesso, ma quando riuscirò a rientrare nei miei jeans mi sentirò la donna più sexy e più felice del mondo. Ovviamente il discorso è molto più ampio delle dimensioni del mio sedere.

Cosa dobbiamo scegliere?
Dobbiamo scegliere l'immediato o dobbiamo costruire faticosamente il nostro futuro?
Forse sarebbe meglio buttare via la torta.
Però poi mi assale quel dubbio: e se la mia vita dovesse finire fra due ore morirei triste, con solo una carota nello stomaco.

L'importanza delle parole


Sto studiando da un libro incomprensibile.
Proprio incomprensibile, non parlo dal punto di vista di una studentessa stanca, avvilita e stizzita, parlo dal punto di vista di una comune lettrice. E mi chiedo: che senso ha scrivere qualcosa che non possa essere compreso dagli altri?
Da studiosa e appassionata di lingue penso che il compito fondante delle nostre parole sia quello di comunicare, ma forse troppo spesso questo obiettivo viene messo da parte: alcuni pensano che il compito delle parole sia autocompiacerci.
Del resto, che motivo ci sarebbe di usare paroloni sconosciuti se non per dire al mondo "ehi, guarda quanto sono figo! senti che parolone conosco!".
E più grave del perdere di vista la vera funzione delle parole è per me dare in pasto degli studenti a questo tipo di "manipolazioni verbali": fortunatamente o sfortunatamente io ho molta fiducia nelle mie capacità e so per certo che il fatto di non riuscire a comprendere molti dei concetti espressi in questo libro non dipende da   me, non è perchè sono stupida o ignorante, ma molta altra gente potrebbe cadere nel tranello, potrebbe arrendersi.
Sempre più mi convinco che chi esprime i propri concetti in un modo tale che il resto del mondo non possa comprenderli in realtà ha solo paura di mostrare al mondo che non ha nulla da dire.

lunedì 26 settembre 2011

To be a mess

Butterfly - Escher

l’ordine in casa mia c’è, ma nessuno lo vede. notano tutti un avvincente disordine, ma non osano dirlo perché si sentono anche male.
con il mio disordine del resto ho guarito molte nevrosi. la persona che resiste per almeno due ore in casa mia è già sulla via della guarigione. se ne vanno tutti sconvolti ma felici, riscoprono finalmente le strade pulite, i bar leccati, i ristoranti freschi e i convenevoli delle cenette a due.
in casa mia non ci si può mai baciare, tra l’innamorato e me c’è sempre a dividerci una grossa colomba di Pasqua, un dessert rovesciato sul tavolo.
mia figlia dice che sono disordinata perché ho paura d’amare. credo che abbia ragione - Alda Merini

Sofferenze inaudite



Di fatto, non esiste pazzia senza giustificazione e ogni gesto che dalla gente comune e sobria viene considerato pazzo coinvolge il mistero di una inaudita sofferenza che non è stata colta dagli uomini - Alda Merini

Mondi paralleli - Una transfuga nord coreana impara a vivere fuori dalla prigione più grande del mondo [Parte terza - conclusione]

Terza ed ultima parte del reportage "North Korean defector learns to live outside the world's biggest prison" ( Julian Borger, The Guardian).


[Prima parte] [Parte seconda]


Photo by Dan Chung for The Guardian

"Eravamo in una gigantesca capanna di legno sulla montagna. C'erano circa 1000 donne nella nostra capanna ed eravamo così pigiate le une contro le altre da dover dormire con le gambe attaccate" disse. "Per la gran parte c'era gente come me che aveva provato a scappare e comuni criminali. Avevamo dei cartocci di riso per mangiare e dovevamo lavorare abbattendo alberi e trascinando il legname con delle catene."

"Quando divenne davvero freddo in inverno, cinque o sei donne morivano ogni giorno e gli altri prigionieri dovevamo trascinare i loro corpi fuori. Ancora sogno questi episodi."

Rhee crede di essere sopravvissuta perchè era esonerata dai lavori più duri a causa di problemi congeniti del suo cuore. Invece le era permesso lavorare a maglia in casa durante l'inverno.

Dopo 18 mesi a Hoeryong, con solo pochi giorni trascorsi dalla sua sentenza, Rhee ebbe il suo primo visitatore – un uomo che non aveva mai visto prima. Sang-mi aveva raggiunto la Corea del Sud e trovato Choi. Lui riuscì a mettere da parte abbastanza denaro da assuemere un intermediario cinese che cercasse Rhee. La prima mossa dell'intermediario fu visitare Hoeryong e corrompere le guardie per assicurarsi che lei fosse ancora viva.

Il giorno del suo rilascio, un altro uomo aspettava al cancello per condurla oltre il fiume Tumen, che segna il confine con la Cina. Dall'altro lato, un terzo intermediario aspettava Rhee per condurla lungo la terza parte del suo viaggio: una lunga traversata in barca verso overst lungo il fiume Tumen e dopo un lungo viaggio a piedi in Thailandia.
Assieme alle tasse aeree per Seul, l'intero pacchetto costò a Choi 10 000 dollari. Deve ancora pagarne 4 000 ma ha delle buone prospettive. Sta studiando managment presso l'università locale.

Rhee vive ancora grazie al suo sussidio di insediamento e sta cercando un lavoro. Non ha ancora amici sud coreani e trova la loro lingua, costellata di parole straniere, difficile da capire. Ma almeno ha i suoi parenti vicini. Molti esuli nord coreani devono cavaresela completamente da soli.

"Ogni cosa è differente, qui. E' quasi impossibile abituarsi." diceva Cho Myung-chul, un ex ideologo del partito comunista che scappò nel 1994 e adesso dirige un centro educativo gestito dal ministro dell'unificazione sud coreano. Il centro dovrebbe preparare la gente per l'eventuale collasso del regime nord coreano e il suo assorbimento da parte del sud – un evento che Cho vede come inevitabile, se non imminente.

"Queste persone sono nate per idealizzare Kim Jong-il e il regime nord coreano, e quando arrivano qui soffrono un reale danno psicologico. Non trovanopun lavoro. Sentono la mancanza delle loro famiglie e spesso si sentono come se stessero andando alla deriva, da soli qui. Diamo lor dei soldi e un'educazione ma c'è da fare molto di più per liberarli dalla loro disperazione."

Con la sua abbonzanza di civo, la sua libertà, e la sua forte economia la Corea del Sud dovrebbe essere sentita come un vero paradiso, ma dopo un'intera vita vissuta nella crudele beffa del "paradiso dei lavoratori" a nord della linea di demarcazione , il cambiamento può essere traumatico.

I tedeschi dell'est trovarono difficile adattarsi all'ovest ma la differenza di entrate in Corea è più di 10 volte maggiore. Nessuno sa cosa accadrà se e quando 24 milioni di persone dovranno fare il salto.

guardian.co.uk © Guardian News and Media Limited 2011



domenica 25 settembre 2011

Il punto della situazione


Bisogna sempre vedere il quadro generale.
Ma quando il quadro generale fa schifo, allora forse è meglio concentrarsi sul minuscolo.
Da qualche giorno a questa parte faccio questo "esercizio esistenziale": poichè pensare al mio quadro generale mi angoscia e mi stressa mi concentro sugli istanti. Adesso per esempio il mio obiettivo principale non è concludere al più presto e con la massima dignità possibile la mia carriera universitaria, né cercare di mettere quanti più soldi da parte per non trovarmi col culo a terra in un prossimo futuro, né tanto meno cercare di sistemare quanto più possibile la mia vita sentimentale al fine di soddisfare anche solo in parte le aspettative più o meno velate della mia famiglia. Il mio obiettivo principale, in questo istante, è portare a termine questo post.
E' come vivere in The Sims del resto. Finito il post il mio nuovo obiettivo sarà accedere al sito dell'università per leggere alcune cose che mi servono, una volta fatto il mio obiettivo sarà chiamare al telefono la mia amica, poi il mio obiettivo diventerà andare a dormire e svegliarmi alle sette, momento in cui il mio obiettivo si trasformerà in "lavati preparati e mettiti a studiare".
Non è un granché vivere così in effetti, però meglio di niente..

domenica 11 settembre 2011

Nadie puede quitarnos el derecho de ser libre..

Salvador Allende, 1908 - 1973

Oggi è l'undici settembre.
Capisco che la cruenza degli eventi e il fatto che siano molto più vicini nel tempo ci porti automaticamente a ricordare quanto accadde l'undici settembre 2001, ma ciò che sento nettamente più vicino non in ordine di tempo, ma in ordine di significatività è la morte di Salvador Allende, avvenuta proprio l'undici settembre del 1973.

Qualcuno starà pensando che sono un mostro, che l'undici settembre del 2001 sono morti un sacco di innocenti, completamente spazzati via dal fondamentalismo islamico. Purtroppo questo argomento non mi appassiona, ci sono cento argomentazioni che potrebbero dimostrare quanto siano attivamente coinvolti gli Stati Uniti nell'attacco subito, dal commercio di armi ai contatti con i paesi islamici - Il film di Moore ci ha reso tutti edotti, del resto - ma ciò che potrebbe facilmente condurci fuori da sterili recriminazioni è chiederci semplicemente perché
Forse l'Occidente dovrebbe fare qualche passo indietro e chiedere perdono per almeno seicento anni di storia.

Salvador Allende è stato il primo presidente democraticamente eletto del Cile. Era un esponente del partito marxista cileno, chiamato dal suo popolo "Compañero Presidente".
L'elezione di Salvador Allende significò molto per il Cile e per le sue speranze democratiche. Purtroppo, la presidenza durò solo tre anni: il tre novembre 1970 Allende fu eletto, l'undici settembre 1973 venne destituito dal golpe militare di Pinochet.
Da allora, sino al 1990 il Cile fu governato dalla dittatura di Augusto Pinochet.

Ecco, non è a causa di qualche tipo di preconcetto che oggi preferisco scrivere di Salvador Allende, ma per un problema di priorità: in un momento storico come questo mi pare prioritario ricordare quanto facilmente la democrazia possa essere calpestata, piuttosto che continuare ad interrogarmi sul come e il perchè siano crollate le torri gemelle..

 

Si nuestra tierra nos pide
tenemos que ser nosotros
los que levantemos chile
asi que a poner el hombro
vamos a llevar las riendas
de todos nuestros asuntos
y que de una vez se entiendan
hombre y mujer todos juntos

porque esta vez no se trata
de cambiar a un presidente
sera el pueblo quien construya
un chile bien diferente(bis)

todos venganze a juntar
tenemos a puerta abierta
y la unidad popular
es para todo el que quiera
hecharemos fuera al yankee
y su lenguaje siniestro
con la unidad popular
ahora somos gobierno

porque esta vez no se trata
de cambiar a un presidente
sera el pueblo quien construya
un chile bien diferente(bis)

la patria se vera grande
con su tierra liberada
porque tenemos la llave
ahora la cosa marcha
ya nadie puede quitarnos
el derecho de ser libres
y como seres humanos
podremos vivir en chile

porque esta vez no se trata
de cambiar a un presidente
sera el pueblo quien construya
un chile bien diferente



giovedì 8 settembre 2011

Yes, darlin', every man is an island..

Quest'immagine proviene da Tutta la mia città
Mi trovo a mollo, in uno stagno.
L'acqua, intono a me, non si muove, non s'increspa. Soltanto sta ferma, imputridisce o evapora.
Un tempo ho vissuto immersa nel mare.
Checchè ne dicesse John Donne in una sua celeberrima poesia io ero un'isola, ma ero un'isola che viveva in mezzo al mare. Scossa da correnti, accarezzata dalla schiuma bianca, risplendente nei suoi miliardi di granelli di sabbia. Ero sola, d'accordo, e questo non lo rimpiango affatto, ma avevo la vita attorno, avevo la vita.
Adesso sono circondata da allegri ranocchi e da zanzare e da insetti saltellanti, da piccoli esserini che nuotano fra le acque grigiastre. Posso anche  incontrare qualche essere umano quando vengono in gita sulle rive di questo stagno, però non ho la vita, non ce l'ho più.
E' proprio vero che le cose non si apprezzano davvero finché non ci sono più.
Io vorrei indietro la vita. Vorrei indietro le sfide e il senso del tempo che passa. Vorrei indietro tutti quei sentimenti dannosi, gli sguardi, le parole che non significavano niente, ma c'erano. 

giovedì 1 settembre 2011

I porri di Lemmy

Quest'uomo è Lemmy.
Non so se lo conoscete, io, ad esempio, non lo conoscevo.
Lemmy è un componente dei Motorhead.
Ma non è questo il punto. In questo post vorrei raccontarvi di come io sia venuta a conoscenza dell'esistenza di quest'uomo di nome Lemmy e dei suoi famigerati porri.

Un sera Claus fece una crostata alla marmellata, ma la dose non bastava per decorare la superficie della crostata con la classiche strisce di pasta, così Claus decise di fare piuttosto delle piccole palline da adagiare sulla marmellata.
Una volta cotta portò la crostata a tavola ed una nostra carissima nonchè tenerissima amica, Erika, additò la crostata con occhi luccicanti dicendo "I porri di Lemmy!".

Da quel momento in poi non ho mai più chiesto a Claus di fare una crostata bensì di cucinare i porri di Lemmy.

La crostata alla marmellata mi sa di casa, di tovaglia a quadri, di mamma degli anni '50 con indosso un grembiule, di mani screpolate, di ottobre, di inverno e di autunno, di tè, di plaid scozzesi, di camino, di ceste di vimini piene di tocchetti di legno, di attizzatoi e di neve, di zucchero a velo, di raffreddore, di parole, tante parole, di Scandinavia, di Inghilterra, di tappeti a quadri, di cesti di frutta, di barattoli di vetro, di farina sparsa sul ripiano, di gatti, di ricordi.

Libri usati che passione


Quando ero piccola i libri usati mi mettevano un po' di tristezza.
Ero una bambina abbastanza terrorizzata dalla paura di "apparire" in modo negativo agli occhi degli altri, quindi temevo che studiare da libri usati potesse far pensare ai miei compagni che ero povera, ad esempio.
Oggi mi rendo conto di quanto fossero ridicoli quei pensieri.
Innanzi tutto perchè, anche se fossi stata povera, avrei dovuto andare orgogliosa dei miei libri usati che i miei genitori nonostante tutto avevano acquistato per me.
E poi perchè comprare libri usati è una scelta responsabile, da consumatore consapevole.

Tralasciando l'aspetto "romantico" del mio oggi forte legame con i libri usati - il liceo, le lunghe camminate in Corso Vittorio Emanuele con la mia migliore amica in cerca dei testi più convenienti, a volte la pioggia che ci sorprendeva..- penso che in un momento di forte crisi economica l'acquisto di libri usati possa essere una risorsa non indifferente per le famiglie. Tanto più che le case editrici o chi per loro sembrano provarci davvero gusto a dare alle stampe nuove edizioni ogni due anni, così che i miei fratelli, ad esempio, non potranno mai utilizzare il libro che ho utilizzato io, nonostante abbia lo stesso titolo, lo stesso autore e gli stessi contenuti.

Il problema delle nuove edizioni è proprio questo: per la gran parte, sono solo una truffa.
Ci sono testi importanti, usciti anni fa che ovviamente necessitano di una rinfrescatina, sia dal punto di vista contenutistico che linguistico, espressivo. Ma vorrei proprio capire cosa abbia di così vecchio da dover proprio esser rieditato un libro che è uscito neppure tre anni fa!

Per chi fosse di Palermo, invito a fare un giro in Corso Vittorio Emanuele: ci sono tantissime librerie specializzate nella vendita di libri usati.
Anche su internet ci sono centinaia di siti che si pongono come mediatori fra utenti che vogliono vendere o scambiare libri usati.
Anch'io, nel mio piccolo, ho creato un piccolo gruppo su Facebook, al momento siamo meno di duecento, ma spero cresceremo.
Il mio intento, inizialmente, era quello di mettere in contatto studenti universitari perchè i libri universitari di seconda mano sono quelli più difficili da trovare. Ovviamente la ragione principale è che molti di noi preferiscono tenere in casa i testi dai quali hanno studiato. Ma posso affermare con certezza che non tutte le materie che studiamo all'università sono utili e fondanti per la nostra formazione, quindi, di quei libri, potremmo anche sbarazzarcene, non attacchiamoci a loro come feticci!
Ho poi pensato di allargare l'area di interesse anche ai libri di scuola superiore, ai libri di narrativa, alla saggistica ed infine ai fumetti.

Il gruppo è questo qua:


Passate a farci un saluto! ^-^

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