Nel mio post precedente [
I Palermitani, i Milanesi, la metro e Jack Torrance] tratteggiavo il profilo del milanese tipo come
preciso ed
efficiente ai limiti del
compulsivo. Ebbene, oh mio caro lettore, oggi mi sono dovuta
ricredere.
La prima esperienza traumatica della giornata è avvenuta dentro
Tiger.
Una persona che, come me, ha vissuto per ben 28 anni in mezzo ai palermitani pensa di aver visto tutto. Pensa di aver visto tutto e pensa che nulla può esser peggio del palermitano.
Oggi, come vi dicevo, mi sono ricreduta.
Tiger è un negozietto di oggettini - più o meno utili - in stile
nordico e a poco prezzo che si affolla smodatamente sotto le feste, come ho potuto appurare.
In questo ultimo mese di vita milanese mi è capitato di entrare da Tiger almeno un paio di volte e ho sempre trovato casino - il negozio, del resto, è piccolo - ma oggi ho trovato l'
INFERNO.
Una massa di gente brulicante che si dimenava avanzando di corridoio in corridoio, con cestini tracimanti di oggetti di qualsivoglia natura - post-it, matite colorate, guanti di lana, sapone, puzzle, una teiera. Mi sentivo a casa, vi giuro, in mezzo ai quei buontemponi dei palermitani, loro, con la loro idea anarchica della fila, con la loro razionalità un po' così..