Vanitas |
Continuo ad inseguire i complotti, poi mi fermo, penso che sarà frustrante per chi ha scelto di starmi accanto.
A volte mi fermo a pensare alla gratitudine. Non alla gratitudine verso le persone nè verso dio, la gratitudine quella fine a se stessa, quella che la mattina ti svegli e ti guardi allo specchio e va bene perchè ciò che hai è esattamente ciò che vuoi. Forse non l'ho mai conosciuta. Ogni mattina dentro al mio specchio ci sono domande e tempi che scadono e l'ansia di avere una fine proprio lì dietro l'angolo.
Da questo poi il passo è breve, il pensiero successivo è che allora io non crescerò mai. Non sarò mai in grado di badare a me stessa come farebbe un'adulta, avrò sempre bisogno di qualcuno che mi rinnovi ogni giorno una promessa. Una balia più che un compagno. Non va bene.
Qualche tempo fa ho messo un contatore qui sul blog. E' stato stupido perchè avevo scelto di ignorare il mio compleanno, quest'anno. Ho chiesto a Marco di dormire tutto il giorno, insieme ma addormentati. Sarebbe una bellissima beffa al tempo.Cancellare una giornata intera, dormendo.
E invece poi, chissà perchè, ho messo quel contatore e adesso so che manca una settimana e due giorni al mio compleanno. E' un'ansia indicibile. E' l'aspettativa del dolore che non viene quasi mai tradita.
Cosa farò fra una settimana e due giorni? Starò qui a rimpiangere ciò che ho avuto lasciandomi sfuggire ciò che ho? Probabilmente. Ma non è la mancanza che mi spaventa, quella l'ho sentita ogni giorno. E' l'effetto che ciò che provo può avere sulle persone che mi amano e che so cercheranno di rendere splendida quella giornata. Ho paura che non possa bastare niente.
E' strano il modo in cui ripenso al passato. Non come ad uno sbaglio. So attribuire un valore a ciò che ho e a ciò che ho perso e so perfettamente da che lato pende la bilancia, non è questo.
E' come ripensare alla prof. stronza del liceo, quella che mi maltrattava, non mi stava a sentire o non mi dava mai il voto che meritavo. Era una stronza, non c'è dubbio, ma adesso la guardo con tenerezza perchè adesso è un tutt'uno con altre cose passate, ora non fa male nè paura, fa solo sorridere di nostalgia.
Non voglio passare il mio compleanno a sorridere di nostalgia. E probabilmente sarà inevitabile.Non avere il controllo sulle mie reazioni alle cose mi manda in bestia.
Lo scorso anno avevo un paio di scarpe nuove ed un segreto immenso, avevo costruito una lampada e cucinato una cena, avevo una terrazza piena di gente, un'ansia crescente, tanti regali, del vino bianco, un uomo bellissimo che mi guardava di nascosto. Ho fatto l'alba con lui bevendo birra, le scarpe abbandonate da un lato. Eppure i miei ricordi si concentrano tutti su questo, non su ciò che ho perso ma su ciò che ho trovato. Mi chiedo cosa sia a mancarmi, se la gente o piuttosto le sensazioni. Questo sarebbe ancora più doloroso. Significherebbe non appartenere a nessuno, non avere in realtà legami con nulla se non con la voglia di sentirsi vivi.
Come regalo di compleanno, vorrei smetterla di inseguire qualcosa.
Andrà tutto bene.
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Caro Anonimo, se vuoi insultarmi devi almeno metterci la faccia. Se non lo farai il tuo commento non verrà pubblicato perché allora non sarai una persona che vuole muovere una critica ma solo uno che vuole litigare. E io ho cose ben più serie da fare, nella vita, che litigare con uno che non ha neppure il coraggio delle proprie parole :)