venerdì 1 luglio 2011
A-ccidiamoli tutti!!!
Accisa. Che buffa parola. Ha un non so che di partenopeo. L'han'accisaaaa!!! Sì, è simpatica.
A-C-C-I-S-A.
Ma cosa significa?
Cito testualmente Wikipedia:
"Per accisa si intende una imposta sulla fabbricazione e vendita di prodotti di consumo."
Cioè?
Meglio fare esempi concreti, si capiscono meglio: la benzina la scorsa settimana costava circa 1,40€ al litro, da due giorni costa 0,4€ al litro in più. Questi 4 centesimi in più serviranno al governo italiano per fronteggiare l'emergenza immigrazione. Dicono. Però dicono anche che fra qualche giorno oltre ai 4 cent in più dovremo pagare altri 19 cent in più a litro per finanziare il Fondo dello Spettacolo.
Risultato? Pagheremo la benzina 0,23€ al litro in più di quello che dovremmo.
Tutto questo non mi scandalizzerebbe più di tanto se il nostro non fosse il Paese ridicolo che è.
Non sono mai stata il tipo di persona che pensa che "lo Stato mangia le tasse". La tasse sono una cosa utile e necessaria, ed è giusto pagarle e pagarle tutti, ciascuno secondo le proprie entrate, ovviamente, ma tutti indistintamente. Quindi, se il mio governo attento agli sprechi mi avesse detto "caro cittadino, nonostante la nostra massima attenzione a non sprecare neppure un centesimo non ce la facciamo a tirare avanti, devi pagarci altri 23 centesimi per ogni litro di benzina che acquisti" io gli avrei detto "ben venga governo mio, te ne do magari 25 di centesimi!".
Il problema che il governo italiano non è così tanto serio.
Apprendo oggi da vari giornali le seguenti notizie:
a) Tremonti affitta 30.000 fotocopiatrici a 6.000€ l'una per i vari uffici pubblici italiani (fonte "Non leggere questo tumblr!")
b) La manovra finanziaria che avrebbe dovuto prevedere anche dei tagli al "sostentamento" dei nostri politici è in parte saltata. Che parte è saltata secondo voi? Troppo facile, in effetti. Tralasciando i miei ingenui indovinelli, la parte che viene rinviata al 2014, ovvero la patata bollente che viene rimbalzata nelle mani del prossimo governo eletto, è proprio quella che riguarda i tagli agli introiti di Lor Signorie (fonte "Il Fatto Quotidiano")
c) Il Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, che ultimamente si è distinto per la bella figura fatta scappando dal confronto con alcuni precari urlando istericamente "Siete la peggiore Italia", ha al servizio del suo "staff" ben SETTE AUTO BLU.
Le auto blu, non sono le automobiline dei Puffi - che, fra l'altro, essendo ecologisti, non avrebbero approvato - sono invece dei mezzi pagati dai contribuenti che servono agli spostamenti dei funzionari pubblici. Fino a qui ci siamo. Però non mi spiego come mai a Brunetta e a tutto il suo entourage ne servano ben sette. L'articolo dal quale prendo spunto le elenca tutte:
- 1 per il Ministro Brunetta (Lancia Thesis o equivalenti)
- 1 per il sottosegretario (Lancia Thesis o equivalenti)
- 1 per il capo di Gabinetto (Alfa 159)
- 1 per il capo del Dipartimento della Funzione Pubblica (Alfa 159)
- 1 per il capo del Dipartimento Innovazione Tecnologica (Alfa 159)
- 1 per la Segreteria del Ministro (Fiat Punto)
- 1 per gli spostamenti e la consegna di plichi e documenti (Fiat Punto)
(fonte "Stop Censura")
Ovviamente questi sono soltanto alcuni titoli che mi son saltati all'occhio oggi, ma sappiamo benissimo quanti e quali sprechi si facciano in questo Paese.
Altro (triste) capitolo di questa mia passeggiata giornalesca è stato l'articolo dell'edizione dell'Emilia Romagna del Fatto Quotidiano che parla della chiusura della Malaguti.
La Malaguti è stata una delle più conosciute case di produzione di motori e motorini vari per più di 30 anni. Hanno già messo in vendita tutte le apparecchiature della fabbrica e in cassa integrazione straordinaria i 180 lavoratori. Ovviamente, se non si trova qualcuno disposto ad acquistare il marchio e ad investire su di esso nei prossimi mesi queste 180 persone resteranno senza lavoro, senza contare tutti i lavoratori dell'indotto che pare siano circa 700.
Lì per lì, leggendo l'articolo mi sono detta, beh, poverini, anche loro soffrono gli effetti della crisi economica. Poi, più in là l'articolo mi informa del fatto che l'azienda non è in perdita, ha al suo attivo 22 milioni di euro di riserve che però ha deciso di non reinvestire nella produzione di motocicli.
I sindacati hanno proposto dei piani industriali per l'investimento e la promozione di nuove tecnologie più attente all'ambiente, ma i signori Malaguti hanno rifiutato categoricamente.
Ci sono state anche delle offerte da parte di potenziali acquirenti de marchio, ma, come dice la sindacalista della FIOM Giuliana Righi "Difficile capire se siano state fatte delle offerte, poi giudicate insufficienti dalla famiglia Malaguti".
Concludo informandovi del fatto che su molti giornali esteri come Le Monde, Liberation, The Guardian l'Italia è proprio raffigurata sull'orlo del baratro. Quando si parla di crisi economica si elenca la Grecia già "caduta" negli abissi del debito pubblico e subito a seguirla, in bilico sul baratro Italia, Portogallo, Spagna e Polonia.
Ovviamente, a noi, qui dentro, non dicono niente.
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