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Il primo capitolo di Nulla, solo la notte è un pugno in faccia, un gradevolissimo, sconcertante pugno in faccia.
Già dal primo capitolo l'autore, John Williams - autore del ben più celebre Stoner e che qui è alla sua prima prova - mette in tavola tutte le sue carte: l'introspezione impera ed è accompagnata da un linguaggio asciutto, penetrante ed economico...
Arthur Maxley è un giovane dandy californiano che trascorre le sue giornate in bilico fra la noia del presente e il tormento del passato. Durante la sua giornata - raccontata in questo romanzo - incontra vari personaggi che quasi allegoricamente, entrando in scena portano dei significati. Così c'è l'amico, irrazionale, folle, inquieto, c'è il padre, col quale Arthur condivide il proprio tormento e poi c'è la giovane ragazza incontrata in un bar, emblema dell'incomunicabilità e del buio stesso dell'anima
(2014)
John Williams
ed. Fazi
traduzione di S. Tummolini
138 pag.
13,50 € - 9,99€ ebook
13,50 € - 9,99€ ebook
Questa stanza è come la mia anima: sporca e disordinata.
Arthur porta dentro un tormento profondissimo: Williams sin dall'inizio del romanzo ci fa intuire che la madre è morta e che il padre è in qualche modo coinvolto. In realtà nel corso del libro verrà fuori una verità se possibile ancora più crudele e difficile da mandar giù - e che qui non vi spoilero perché è un bel colpo di scena...
La verità emerge nel corso della serata che Arthur trascorre in un locale, accanto ad una ragazza molto ubriaca incontrata lì per caso.
I due si siedono allo stesso tavolo e, continuando a bere, si ritrovano sigillati ognuno dentro la propria ebbrezza, vicini fisicamente eppure lontanissimi.
Eppure, quella ragazza così distante evoca in Arthur il ricordo della madre e di ciò che è successo il giorno in cui è morta.
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Nulla, solo la notte è un romanzo onirico, fluttuante, che ci restituisce sensazioni antitetiche, confuse, non sappiamo se crogiolarci in quella meravigliosa sensazione di abbandono oppure averne paura.
Arthur Maxley vive così, le persone gli scorrono davanti come figurine bidimensionali, l'interazione è nulla, l'influenza del prossimo sulla propria esistenza non si sente neppure.
E forse è tutto frutto di quel primo, originario gesto distruttivo della madre che, avendo così tanto influito con l'esistenza di Arthur, lo ha portato a tenere tutto il resto fuori, distante.
L'interiorità di Arthur è tutta al buio e in questo il titolo diventa quasi un suggerimento: Nulla, solo la notte parla di una notte reale e di una notte dell'anima e mette al centro Arthur, il suo vissuto e il suo dolore.
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DISCLAIM:
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Stupenda descrizione, ogniqualvolta leggo una tua recensione, subito dopo, ho una voglia incredibile di leggere e saperne di più. Continua così!
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