Heinrich Fussli - L'incubo
C'è un momento nella vita, in cui ciascuno di noi tende all'autodistruzione. Chi più chi meno s'intende. C'è chi si strafoga di cioccolata, chi si rende insopportabile al prossimo, c'è chi rifiuta gli affetti e chi si butta da un ponte. Ciascuno di noi, anche per un istante piccolissimo della propria esistenza ha avuto a che fare con l'autolesionismo.
L'autolesionismo è un male travestito da bene, in fin dei conti: per le ragioni più disparate e nei modi più disparati noi scegliamo proprio l'unica fonte di piacere o soddisfazione che potrebbe distruggerci, annientarci.
Ecco come, per esempio, una venticinquenne reputata intelligente e combattiva, almeno per la prima ventina d'anni della sua vita, ha deciso di gettarsi in un pozzo. Fuor di metafora la nostra venticinquenne è sorpassata e surclassata da gente piccola, con aspirazioni ed ambizioni inestistenti, con una scarsissima coscienza di sè e del mondo e con un'ampiezza di vedute pari a zero. Succede però che la nostra eroina non decide di rimboccarsi le maniche e dimostrare al mondo quanto crede di valere, semplicemente si arrende, bivacca, depone tutte le sue armi e si addormenta.
Questa strada non può che portare verso una sola direzione: il fallimento di tutti i suoi sogni.
Se non è autolesionismo questo..
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RispondiEliminaPenso che quella venticinquenne abbia bisogno di parlarne con qualcuno che ci è passato. Penso che quella venticinquenne non si sia ancora arresa e chieda aiuto. Penso che quella venticinquenne abbia ancora tempo e modo per riuscire a districarsi dal ginepraio in cui si è infilata e da cui vorrebbe uscire, ma dal quale sembra che qualunque cosa faccia per uscirne affossi ancor di più. Le puoi dire che la invito fuori per una pizza o kebab o qualunque cosa voglia mangiare? Fammi sapere. Nicola
RispondiEliminaE' una situazione decisamente familiare.
RispondiEliminaIo conosco una quasi ventiquattrenne che ha lo stesso problema...