lunedì 24 ottobre 2011

Dopo il post impegnato, il post cazzeggio ovvero: Rupaul drag race!

Il meraviglioso uomo che potete ammirare in foto - scusate la scarsa qualità e la dimensione, ma è il meglio che Google immagini offre ad una ricerca piuttosto veloce come la mia - è Sutan Amrull.
Oltre ad essere bello ed evidentemente sexy è anche un grande make-up artist, truccatore di personaggi quali Lady Gaga e Dita Von Teese.
Ora aldilà del fatto che possa piacere o non piacere il trucco delle suddette donzelle, questo uomo è proprio un figo.

Questa altrettanto meravigliosa donna è anche lei Sutan Amrull, o meglio, lei è Raja.
Sì, perchè Sutan oltre ad essere un make-up artist è anche una drag queen, per la precisione la vincitrice della terza stagione del "Rupaul drag race"(anche col nome di "America's next drag queen") andato in onda su Fox Life più o meno un paio di mesi fa (e attualmente ancora in replica il lunedì alle 00:35 e il sabato alle 23:40).

Come ho avuto modo di precisare in altri post, in genere i programmi "reality" et similia non mi appassionano: la maggior parte sono sterili curtigghi (dal siciliano per "cortile", nel senso di luogo in cui ci si fa gli affari degli altri) in cui si vede tutto meno che la realtà.
Questo programma, pur non essendo affatto ciò che potrebbe definirsi un programma culturale, è fatto piuttosto bene: la "gara" nella quale si sfidano le drag è ben organizzata e riesce a mostrare in modo completo le capacità delle concorrenti (nel truccarsi, nel pettinarsi, nell'ideare e confezionare i propri costumi di scena) senza abbandonarsi ad inutili approfondimenti sulle vite private delle concorrenti e ai tanto ridicoli ed odiati casi umani che popolano invece i reality delle tv italiane.

A gestire bene il programma, con classe e molta sobrietà* , è Rupaul, drag queen da almeno vent'anni, che riesce a conciliare l'ironia e la spregiudicatezza tipica delle drag ed una aplomb da vera lady.
Guardando le varie puntate del programma ci si diverte molto - le girls di Ru sono divertenti e autoironiche, ma spesso anche abbastanza avvelenate le une contro le altre - ma si riescono anche ad intravedere tematiche importanti come il coming-out o il sogno americano visto - e forse anche vissuto - da parte chi è partito dal Puerto Rico o da zone periferiche degli Stati Uniti.

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* Ci tengo a precisare questa cosa. Capisco che il mio modo di percepire le cose possa sembrare, al solito,  del tutto illogico alla gente, ma reputo molto più sobrio un programma dove si fa dell'ironia sul sesso, sull'omosessualità o sulla sessualità in genere che un programma in cui sono censurate le parole volgari ma si versano fiumi di lacrime sulle riappacificazioni familiari. Mi pare meno scabroso parlare di come nascondere un pene vestendo un bikini che non spiattellare in prima serata i sentimenti più intimi della gente.

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