Più un libro mi piace, più mi è difficile parlarne.
E questo, ragazzi miei, mi è piaciuto da matti...
TRAMA
E' davvero difficile parlare della trama di questo romanzo.
Partiamo dal presupposto che è un romanzo corale: la storia in realtà è composta da più storie di molti personaggi, per questo è difficile parlarne.
Ma partiamo dal principio: Cronache di poveri amanti parla di una via, via del Corno a Firenze e di tutto ciò che avviene in quella via nell'arco di un anno, fra 1925 e il 1926.
Via del Corno è una via popolare in cui abitano almeno una decina di famiglie, ognuna con la sua storia, i suoi intrighi, i suoi dolori. Pratolini intreccia tutte queste esistenze restituendo al lettore un coro a più voci in cui tutti sono protagonisti e nessuno lo è davvero.
La storia di Cronache di poveri amanti ha un andamento ciclico: si apre con il racconto di questi giovani amori che nascono fra gli adolescenti che vivono in via del Corno - giovani amori che nel corso del romanzo diventeranno adulti - e si chiude con la 'nuova generazione' di adolescenti che, un anno dopo l'inizio della storia, cominciano ad innamorarsi.
Questo è un piccolo gioco di simmetrie, è vero, non è nulla di che, ma la ciclicità è più profonda, tagliente: il paragrafo con cui si apre Cronache di poveri amanti parla di un gallo, un gallo che canta. Questo gallo - e non vi dirò perchè - a metà del libro viene ucciso e via del Corno non sentirà più il suo canto. Ma si sente cantare un gallo verso la fine del romanzo: è il ritorno all'equilibrio, il nuovo inizio.
Questo è un piccolo gioco di simmetrie, è vero, non è nulla di che, ma la ciclicità è più profonda, tagliente: il paragrafo con cui si apre Cronache di poveri amanti parla di un gallo, un gallo che canta. Questo gallo - e non vi dirò perchè - a metà del libro viene ucciso e via del Corno non sentirà più il suo canto. Ma si sente cantare un gallo verso la fine del romanzo: è il ritorno all'equilibrio, il nuovo inizio.
Il romanzo si divide in tre parti: nella prima Pratolini ci presenta i suoi personaggi, nella seconda ci descrive come tutti gli equilibri presentati sino ad allora si rompono, nel terzo ci dice come l'equilibrio, in un modo o nell'altro, si ristabilisce.
Questo romanzo si include in quella bellissima corrente artistica del secondo dopoguerra chiamata Neorealismo: tutti conosciamo il neorealismo cinematografico, non tutti invece quello letterario.
In merito al neorealismo cinematografico una volta De Sica disse che è
Rintracciare il drammatico nella quotidianità, il meraviglioso nella piccola cronacaIl Neorealismo usa inscrivere storie quotidiane, individuali, all'interno di un quadro più ampio, macrocosmo che è la Storia. Così in Cronache di poveri amanti ritroviamo le storie di questi uomini e queste donne, incastonate dentro una storia più grande, che scorre sotto tutto, che è la storia d'Italia.
Parlandoci dei suoi piccoli cornacchiani Pratolini in realtà ci dà un ritratto incredibilmente crudele dell'Italia mentre si affermava il fascismo. Inutile aggiungerlo, il Neorealismo muove da profondissimi ideali antifascisti e questo romanzo, a mio avviso, ne è davvero un meraviglioso esempio.
Una scena dell'omonimo film di Carlo Lizzani (1954) |
PERSONAGGI
- Maciste e Ugo: sono i due 'comunisti' di via del Corno; sono entrambi iscritti al partito e lavorano attivamente per diffondere gli ideali comunisti.
- Osvaldo e Carlino: sono invece due fascisti, entrambi iscritti al partito anche prima che il tesseramento fosse obbligatorio.
Vi presento questi quattro personaggi, seppur così brevemente, perchè mi servono per introdurvi quella che secondo me è la scena più bella del romanzo: la notte dell'Apocalisse.
Una sera Ugo viene a sapere che per quella notte è prevista una rappresaglia fascista contro una lunga lista di persone che sono considerate antagoniste del fascismo. Così Ugo picchia e immobilizza Osvaldo, lo costringe a parlare, a dargli tutte le informazioni possibili. Dopo di che corre da Maciste per informarlo. Maciste possiede un sidecar, e i due si mettono in marcia per provare ad avvisare tutte le persone presenti in quella lista prima che i fascisti arrivino. Non vi dico come si conclude questa bellissima corsa contro il tempo, vi lascio solo una delle scene iniziali, che trovo stupenda.
Dopo essere stato picchiato e immobilizzato e aver confessato tutto a Ugo, Osvaldo riesce a liberarsi e scappa verso l'appuntamento coi suoi camerati.
- La Signora: qualcuno vede nella Signora un omologo del Duce, io non sono perfettamente d'accordo. La Signora è l'unica benestante di via del Corno, lei conosce tutti e ha trascorsi con tutti. Lei è l'autorità massima, ha la capacità di manipolare le vite che brulicano sotto la sua finestra perchè lei conosce i segreti tutti e così può manipolare tutti. La Signora è stata, da giovane, una prostituta di lusso, poi una ruffiana, ha in casa due donne Gesuina e Liliana; la prima è un'orfana da lei adottata, la seconda è la moglie di un cornacchiano finito in carcere di e la Signora di lei si innamora. La Signora ormai è anziana e non può più parlare a causa di un grave male che le ha colpito la gola. Non vuole più vedere le foto della sua giovinezza, le ha distrutte tutte quante. La sua storia personale all'interno del romanzo non avrà un epilogo felice: stroncata da un'ennesima crisi la Signora perde del tutto le sue facoltà mentali e si riduce a passare le sue giornate alla finestra, inebetita, mentre fa le bolle di sapone.
STILE
Lo stile neorealista non differisce poi di molto da uno stile realista: l'autore vuole riprodurre la realtà nel modo più fedele possibile. Vuole descriverci tutto, farci vedere le cose con i nostri occhi. L'autore, perseguendo questo intento, quasi scompare, fa parlare i personaggi al posto suo.
Il linguaggio è molto semplice, scorrevole, ben organizzato.
Il linguaggio è molto semplice, scorrevole, ben organizzato.
CONCLUSIONI
Questo libro è uno di quelli di cui si può dire mi è rimasto dentro.Sarà che i miei mi hanno cresciuta a pane e antifascismo ma questo è un libro che mi ha parlato direttamente, come se fossimo solo io e lui e nessun altro potesse ascoltare il nostro dialogo muto.
Il fascismo è stato quanto di più deleterio possa esserci stato in questo Paese e spesso la gente questo lo dimentica. I senza-memoria sono molti più di quelli che immaginiamo. Il fascismo è solo una parola letta su un libro, è una lezione che abbiamo dovuto ripetere a memoria durante tutta la nostra carriera scolastica, è una cosa lontana, non ci riguarda.
E' invece è proprio qui, è ancora vivo. Forse adesso ha un nome diverso. Fosse adesso ha imparato a nascondersi ma vive ancora dentro tutte le discriminazioni, dentro tutte le prese di potere, le sopraffazioni, i soprusi.
Libri come questo ti parlano dell'orrore che è stato il fascismo ma senza sensazionalismi, senza toni esasperati: Cronache di poveri amanti, lo dice il titolo stesso, è una cronaca, ci racconta molto semplicemente quello che è stato, poi sta a noi e al nostro buon senso trarne le dovute conclusioni.
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interessantissima recensione, sono sempre alla ricerca di libri nuovi da leggere! Me lo segno, grazie!
RispondiEliminaBeh sono contenta :) Questo libro vale proprio la pena leggerlo!
EliminaSembra interessante, penso che lo leggerò. Non so se hai letto niente di Giorgio Bassani, a me era piaciuto molto "Il giardino dei Finzi Contini" che racconta la vita della ricca borghesia ebrea a Ferrara dopo le leggi razziali.
RispondiEliminaSì, lo lessi al liceo e mi piacque tantissimo :)
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