martedì 13 dicembre 2016

Il rituale del male, Jean-Christophe Grangé - Eh ma l'assassino?

il rituale del male grangé

Buongiorno a tutti miei cari,
benvenuti in questa 13esima tappa del blogtour dedicato a Il rituale del male di Jean-Christophe Grangé.
Ho deciso di partecipare a questo blogtour perché Grangé è autore anche de I fiumi di porpora, storia molto intrigante e ben congegnata, uscita anche sugli schermi ormai diversi anni fa.

La lettura di questo Il rituale del male è complessivamente deludente anche se, c'è da dirlo, se si scende più nel particolare e si analizzano singole caratteristiche dell'opera si trova certamente del buono.

Grégoire Morvan è un poliziotto che conosce gran parte dei segreti e dei retroscena della Francia contemporanea perché in molti di quei segreti e quei retroscena è stato coinvolto il prima persona. Personaggio il bilico fra un agente dei servizi segreti e un vecchio mafioso senza scrupoli, Morvan decide di affidare al figlio, Erwan, anche lui poliziotto, un caso in Bretagna per allontanarlo dal suicidio di un giornalista, commesso a Parigi da uno dei suoi uomini di fiducia. Nessuno si aspetta che Erwan si ritrovi in mezzo ad un caso molto complicato che porterà a galla il torbido passato del vecchio Morvan


il rituale del male grangé

IL RITUALE DEL MALE (2016)
Jean-Christophe Grangé
ed. Garzanti

traduzione di Paolo Lucca
751 pag.
19 € - 11,99€ ebook
1/5 su Goodreads

Il buon Dickens insegna... 


... che i romanzi a puntate, volenti o nolenti, prendono sempre una brutta piega.
Il rituale del male è uscito ad episodi nel corso del 2016 e solo alla fine è stato riunito in un unico tomo.
L'uscita a puntate ha, a mio avviso, influito negativamente sul procedere della storia perché la narrazione assume un andamento discontinuo: ora un colpo di scena, ora infinite pagine su una barbosa società quotata in borsa o altra roba simile.
In più, i molti colpi di scena di cui è disseminata l'opera sono spesso ingiustificati e spesso - sino alle ultimissime pagine - del tutto fini a se stessi, altrimenti detto, non portano a nulla. La famiglia Morvan è la protagonista del libro: Grégoire, il padre, Erwan, il figlio - poliziotto incaricato delle indagini -, gli altri due figli Loïc e Gäelle e la madre, Maggie, sono tutti invischiati in un brutto passato. C'è quel passato prima che arrivassero i figli, in Africa, dove Grégoire faceva il poliziotto e dove, grazie all'arresto di un temibile serial killer, l'Uomo Chiodo, è diventato un eroe per il Congo e per la Francia tutta. C'è poi un passato più recente in cui Erwan, Loïc e Gäelle hanno vissuto la loro infanzia e la loro adolescenza all'ombra di un padre losco, doppiogiochista, violento con la madre e imprevedibile.


La storia è indubbiamente scritta bene: un bel punto di vista interno ma in terza persona, il narratore c'è, non si vede e non è onnisciente. Ho apprezzato la tecnica nonché la costruzione dei personaggi che è complessa e ha un'architettura che si tiene bene in piedi.


Tutti i comportamenti dei personaggi sono giustificati dal loro passato, la psicologia di ciascuno di loro è costruita in modo abbastanza credibile.


il rituale del male grangé

L'importante è finire, cantava Mina


L'importante è finire è una frase vera in svariate situazioni fra cui la conclusione di un libro.
Credo di poter affermare con buona certezza di non essere la sola a detestare i libri che non finiscono. Per di più se il libro che non finisce è un tomo da 750 pagine che mi ha tenuta impegnata negli ultimi 15 giorni.


Non perdete le altre tappe del blogtour!
La conclusione de Il rituale del male è quanto meno rocambolesca.
Ovviamente non spoilero nulla, sappiate solo che ci sono un paio di colpi di scena costruiti non benissimo, una sparatoria della quale mi chiedo ancora il perché e una fine-non fine.
In buona sostanza il finale de Il rituale del male ha seriamente messo in discussione la sicurezza che riponevo nelle mie capacità logiche e deduttive perché ancora adesso credo di non aver capito. 


L'ultimissima pagina del libro vede Erwan accanto al padre che pronuncia una frase che definire sibillina è poco.
Arrivando alla fine del libro vi chiederete eh, e quindi? Sono stupido io? Mi sono perso qualche pezzo? L'autore lascia un finale aperto perché ha già deciso di scrivere un sequel?

Ho delle ipotesi, vaghe ipotesi, ma credo proprio di non aver capito.

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DISCLAIM:
Questo libro mi è stato inviato gratuitamente da Garzanti.

All'interno del titolo del libro (quello che trovate sotto la copertina del libro) ho inserito un link che vi porta direttamente su Amazon. Poiché sono un'affiliata se deciderete di acquistare un libro attraverso uno dei miei link contribuirete al sostentamento di AmaranthineMess - bookblog. Vi ringrazio sin da ora se vorrete farlo :)

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