martedì 16 agosto 2011

Il senso della misura


Ho passato molte fasi nel rapportarmi con la moda nella mia seppur non lunghissima vita.
I primi anni in cui ho iniziato ad accorgermi che esisteva una cosa chiamata moda e che io dovevo assolutamente seguirla per sentirmi un po' meno emarginata sono stati terribili: dovevo coniugare la mia volontà di essere alla moda con il mio aspetto fisico, il portafogli dei miei genitori, le convinzioni dei miei genitori e, ovviamente, la mia età. Avevo circa dodici anni e sognavo scarpe Adidas e pantaloni Fornarina. Ripensando a quel periodo provo un po' di tristezza perché non dico che i miei genitori avrebbero dovuto spendere tantissimi soldi solo per farmi contenta, ma avrebbero potuto benissimo farmi sentire alla moda comprandomi qualcosa ai grandi magazzini. A conti fatti ho davvero pochissime cose da rimproverare a mia madre, una di queste è di aver fatto poche cose "da donne" con me. Forse se un giorno mi avesse portata a fare shopping le cose mi sarebbero andate un po' meglio..

Passato il primo periodo fashion-victim, al liceo il mio atteggiamento nei confronti della moda e degli abiti in genere è cambiato radicalmente: tutto ciò facesse tendenza per me era da rifuggire come la peste. Andavo in giro conciata in modi coloratissimi, divertentissimi ed eccentrici la mia moda ero io, la mia testa insomma, ciò che avevo dentro.
Questo atteggiamento, con fasi più o meno estreme si è protratto sino ad oggi, devo essere sincera, ma da un po' di tempo ho iniziato a provare molto interesse per gli abiti, le scarpe, i vari abbinamenti: se prima andavo in giro con una magliettina strappata a metà fra punk e homeless e le scarpe senza la suola, adesso mi piace comunque assecondare la mia vena eccentrica ma con un abbigliamento più da "adulta".

Proprio girovagando su internet in cerca da abiti e accessori da cui prendere spunto per creare magari qualcosa di mio, mi sono imbattuta nelle borse Chanel e Gucci. Tralasciando il fatto che, esteticamente parlando, non sono un granché ho scoperto parlando con una mia amica che una borsa del genere può arrivare a costare sino a 1200€.
Ora, non me ne voglia la buon'anima di Coco Chanel che è donna che ammiro moltissimo, ma vorrei lanciare un appello ai cosiddetti ricchi, ovvero coloro che possono permettersi di spendere 1200€ per una borsetta:
amica dal capello pettinato, lucidato e messimpiegato, dalla parure luccicante e dalla manicure strafiga, sì proprio tu col tailleur di Armani e le scarpe di Luis Vuitton, dico a te amica bella, spiegami, perchè? Io non voglio farti i conti in tasca né polemizzare con le tue scelte ma spiegami perché scegli di comprare un'insulsa borsetta da 1200€ piuttosto che tante borsette più belle, più varie, più colorate ad un prezzo minore?
Io non mi intendo di borsette, ma posso fare un esempio con i libri: c'è un libro che vorrei tantissimo avere ma costa 45€. Così ho deciso di non comprarlo per poter comprare, con quella stessa cifra almeno altri 6 libri! Perché tu, amica cara non la pensi come me? Cosa c'è in te o in me di diverso che ci porta ad avere una diversa considerazione del valore del denaro e un diametralmente opposto senso della misura?

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