lunedì 5 marzo 2012

No-Tav

Ormai da molti anni in Italia si dibatte sulla Tav.
La linea ferroviaria ad alta velocità che dovrebbe collegare Torino con Lione è una delle grandi infrastrutture proposte (e approvate) per migliorare l'economia italiana, ma di migliorie se ne prevedono davvero poche.

Sento di poter comprendere molto bene lo stato d'animo della popolazione della Val di Susa (dove dovrebbe passare la Tav) per via di un'altra grande infrastruttura che avrebbe dovuto migliorare le nostre vite: il ponte sullo Stretto. Fortunatamente pare che la sciocca idea di costruire il ponte sullo Stretto di Messina sia sfumata, mentre l'attuale stato delle cose fa pensare che la Tav, alla fine, la faranno.
I lavori per la Tav dovrebbero durare 15 anni, e si parla di un "investimento" di una somma enorme, 18-20 miliardi di euro per un'infrastruttura assolutamente INUTILE.
Vorrei che fosse chiaro questo: lo schierarsi contro la costruzione della Tav non è un impuntarsi "ideologico", è semplicemente considerare le cose da un punto di vista estremamente pratico, invece.


L'Italia, soprattutto in questo momento, non ha bisogno della Tav, ha bisogno di investire nella cultura, di riattivare il mercato del lavoro, di migliorarlo, di offrire un futuro a tutte quelle persone che non ce l'hanno e per questo vanno via, in posti dove sarà meno angosciante vivere la propria vita.
Io non sono un tecnico e per questo motivo non posso e non voglio mettermi a discutere dei dati statici che evidenziano il fatto che un'opera di questo tipo non porterebbe nuovi introiti all'Italia, non sarebbe un miglioramento, solo uno spreco di soldi. Per questi dati vi rimando al video di Servizio Pubblico che allego, in cui Marco Travaglio spiega molto esaustivamente tutta la faccenda.


Possiamo anche lasciare da parte tutte queste discussioni, se vogliamo, perchè c'è un ulteriore aspetto di questo problema che, a mio avviso, spazza via la questione Tav in un attimo: gli scavi, necessari per la costruzione dell'infrastruttura, potrebbero causare notevoli danni ai cittadini della Val di Susa, che potrebbero ammalarsi.
Stiamo davvero - potenzialmente - sacrificando delle vite per un miglioramento delle nostre infrastrutture che potrebbe essere utile, ma potrebbe anche non esserlo?


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