Una delle caratteristiche più ridicole, nonché, a mio avviso, l'anello debole dell'insegnamento della letteratura nelle università italiane è che ai pretende che gli studenti leggano libroni di critica - spesso più per lusingare l'ego docente che per reali ragioni didattiche - in cui si parla si opere pressoché sconosciute come se fossero di dominio pubblico. Secondo me uno studio sensato della letteratura dovrebbe presupporre una conoscenza seppur parziale tdelle opere prese in esame.
Personalmente mi sento molto a disagio a parlare della critica ad un' opera come se la conoscessi come le mie tasche e invece non sapere né di cosa tratti né che stile segua..
È vero, una sinossi dell'opera si può facilmente reperire su internet, ma se per primi i docenti non lavorano sui testi noi cosa stiamo studiando? La cosa deprimente e allo stesso tempo inquietante è che l'80% dei docenti di letteratura che ho conosciuto utilizza questo approccio.
giovedì 7 giugno 2012
I nervi dello studente
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Caro Anonimo, se vuoi insultarmi devi almeno metterci la faccia. Se non lo farai il tuo commento non verrà pubblicato perché allora non sarai una persona che vuole muovere una critica ma solo uno che vuole litigare. E io ho cose ben più serie da fare, nella vita, che litigare con uno che non ha neppure il coraggio delle proprie parole :)