Hotel Patria, via Alloro, Palermo |
In questo periodo sto andando in giro per Palermo con una mia amica, Claus. Lei sta portando avanti un progetto di fotografia serio ed io mi diverto a scattare un po' di foto col cellulare.
Ecco qui qualche nuova immagine di Palermo.
Piazza Garraffello, mercato della Vucciria, Palermo |
Piazza Garraffello, mercato della Vuciciria, Palermo |
Un giorno, ad esempio, in cui mi portarono a far la spesa al mercato della Vucciria.
Il ricordo è vago, ero molto piccola. Dovevamo fare i biscotti, i buccellati, così andammo al mercato a comprare fichi secchi, mandorle e cioccolato. Ero con mia nonna, lo ricordo bene, forse con i miei zii.
C'era tutta una confusione arancione attorno a noi, voci potenti che attraversavano i vicoli. La strada lastricata e umida scorreva sotto i nostri piedi, ci portava ogni attimo un po' più avanti. E noi scorrevamo, portati dalla corrente di gente, di folla che camminava stanca o anche piena di energia. Ognuno con una propria meta in testa, tutti noi facevamo parte della corrente. Tutti noi eravamo la corrente.
Gli odori alla Vucciria erano fortissimi. Pesce, verdure, fritto.
Era tutto come amplificato, i colori, i suoni. Era come un viaggio dentro un caleidoscopio. Tante piccole immagini speculari che mi giravano attorno, ero come stordita.
La spesa alla Vucciria era come un rituale. Gli ingredienti per i biscotti avremmo potuto comprarli ovunque eppure andammo sin lì per coltivare i ricordi.
Palazzo Lo Mazzarino Merlo, mercato della Vucciria, Palermo |
Via Argenteria, mercato della Vucciria, Palermo |
Mia nonna racconta sempre di sua madre. La mia bisnonna andava al mercato in autobus, la mattina, comprava le verdure, il pane, la carne o il pesce e poi tornava a casa, in periferia. Anche lei avrebbe potuto far la spesa ovunque eppure tornava lì, nonostante fosse lontano, anche lei, penso, per perpetuare un ricordo.
Palermo conserva fra i suoi vicoli infinite storie. Ognuno di noi può ritrovare un pezzo della sua lì in mezzo.
E' uno strano senso di appartenenza che non unisce e non rallegra. E' come sentire di appartenere alla polvere o al fango, è come scorrere nei rivoli di acqua immonda e sentirsi acqua immonda.
Palermo è come una macchia d'olio sui nostri ricordi più ingenui.
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Caro Anonimo, se vuoi insultarmi devi almeno metterci la faccia. Se non lo farai il tuo commento non verrà pubblicato perché allora non sarai una persona che vuole muovere una critica ma solo uno che vuole litigare. E io ho cose ben più serie da fare, nella vita, che litigare con uno che non ha neppure il coraggio delle proprie parole :)