Salve mi* car*
una delle cose che, come vi dicevo nel post precedente->[link], mi ha tenuto lontana da questi lidi è stata questa: dopo anni di università - più anni di fuori corso che di corso, se proprio la vogliamo dire tutta - forse questa è la volta buona che mi laureo.
Sono così cauta perchè, è vero, oggi ho consegnato la tesi, ma si tratta pur sempre della Facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo, alias La Bocca dell'Inferno, quindi potrebbero sempre uscirsi dal cilindro qualche finto problema irrisolvibile e a quel punto io, nell'ordine, prima li manderei a fanculo e poi darei fuoco a tutto. Ma no, non darei fuoco a un bel niente, mi raccomando, se ci sono bambini che leggono questo blog, mi rivolgo a voi: non date fuoco a chi vi rompe le palle, mai. E' un insegnamento importante.
Ho consegnato la tesi, vi dicevo.
Oggi è stata una giornata intensa e sfiancante.
Il mio bellissimo consorte mi ha dato conforto durante tutta la mattinata passata in fila: prima in fila per stampare sto benedetto malloppo intriso delle mie lacrime e del mio sudore - oddio che schifo - e poi in fila per consgnare il tutto.
Ho due riflessioni in merito.
La prima: sto per smettere di essere tutto quello che sono stata da parecchi anni a questa parte.
Lungi da me ammorbarvi con un'improvvisa malinconia delle aule accademiche - anche perchè credo che difficilmente potrei provare quel tipo di sentimento - sto semplicemente constatando che fra poco finirò di essere una studentessa universitaria. Smetterò di avere una definizione, tutto qua.
La seconda riflessione si riallaccia direttamente alla prima e trae spunto da pensieri miei personali e pensieri condivisi oggi con gli altri studenti, mentre eravamo tutti in fila ad aspettare: stiamo per finire di essere studenti universitari e inizieremo ad essere dei senza futuro.
Non ci sono prospettive. Eravamo tutti li in fila per l'orgoglio di mamma e papà ma ci guardavamo l'un l'altro consapevoli del fatto che è tutta una farsa, che ci stiamo tutti preparando per l'ultimo grande, trionfale giorno, celebrativo della nostra mirabile preparazione ma in realtà è tutta una stronzata e che paradossalmente dentro quella facoltà orribile siamo stati molto meglio di quanto staremo dopo perchè lì dentro siamo stati disarmati, demotivati, privati di molte cose però, almeno, avevamo ancora un ruolo, avevamo ancora una definizione. Fuori da lì, saremo solo i senza futuro.
Un po' di shopping compulsivo, dopo aver consegnato la tesi... |
E' stato sconcertante e consolatorio allo stesso tempo sentire pronunciare agli altri le mie stesse parole, formulare i miei stessi pensieri: siamo entrati lì dentro un tot di anni fa e ciascuno di noi aveva delle speranze e degli obiettivi. Ci siamo iscritti all'università perchè credevamo in questo percorso - almeno la maggior parte di noi - perchè ci interessava continuare a studiare: oggi ho sentito solo voci di gente che non vuole più saperne di libri, lezioni, tesi e bibliografie, che è disposto a fare tutt'altro nella vita pur di non avvicinarsi mai più ad una facoltà universitaria.
Una ragazza diceva - e vi sembrerà la frase più banale del mondo: siamo qua in fila, ma per cosa, domani saremo tutti disoccupati.
E' una frase sentita e risentita, lo so, però, se ci pensate è un problema piuttosto serio: la nostra azione non ha un movente. Ci stiamo laureando per mille motivi altri che poco o niente hanno a che vedere con l'avere una preparazione X che ci permetta di fare il lavoro Y.
E' triste ed è demotivante ma la cosa più grave è che è una svalutazione. L'Italia è il paese delle svalutazioni.La cultura è una cosa per perdigiorno. Io che ho deciso di studiare Shakespeare e Cervantes sono una perdigiorno e merito di non avere una prospettiva lavorativa. Avessi studiato medicina o ingegneria avrei dimostrato al mondo di voler fare qualcosa della mia vita. Ma la cultura, insomma, la cultura! Me la sono cercata, insomma.
Ho scelto questa strada e mi lamento pure del fatto che non ho prospettive? Peggio per me, avrei dovuto ascoltare mio nonno e studiare giurisprudenza. Di avvocati non ce n'è mai abbastanza.
Ho scelto questa strada e mi lamento pure del fatto che non ho prospettive? Peggio per me, avrei dovuto ascoltare mio nonno e studiare giurisprudenza. Di avvocati non ce n'è mai abbastanza.
Vado a farmi lo shampo.
Ci vediamo presto.
Ci vediamo presto.
complimenti Elena!
RispondiEliminaIo ho finito a fine Novembre, inutile dirti che hai riassunto perfettamente anche il mio di sentimento....
Per rallegrarti un cicinin, sappi che ti ho regalato lo Shine on Award :-*