Il 2014, credo, sia stato l'anno più impegnato - non di 'cultura' ma proprio d'impegni! - e sorprendente della mia vita: nel giro di un anno mi sono ritrovata laureata, webmasterizzata, trasferita in una nuova città, convivente e studentessa di master. Voilà, ecchecevò?
Ma partiamo dal principio.
"Il Coniglio Bianco inforcò gli occhiali: "Da dove devo iniziare, Maestà?" chiese.
"Inizia dall'inizio" disse il Re con solennità, "e va' avanti finché non arrivi alla fine: poi, fermati"."
Alice in Wonderland, Lewis Carroll
Il principio è la laurea. A marzo, credo l'undici, di pomeriggio, mi sono laureata in Lingue e Culture Moderne.Mi piace essere laureata in lingue, so molte più cose di quanto ci si aspetti, in effetti. Nell'immaginario comune uno che è laureato in lingue sa parlare un paio di lingue -oltre la sua, almeno si spera..- e stop. So molte più cose, invece, e non me lo sarei aspettato.
Ciò che mi rimane della mia laurea è la mia splendida prof, una donna tutt'altro che delicata, brusca, affatto materna che si è poi rivelata oserei dire 'protettiva' e contenta del nostro lavoro. Non credo proprio di esser stata la sua migliore studentessa ma credo che abbia creduto in me e questo mi basta.
La mia mise da laurea comprendeva una puffosissima gonna a pois e delle scarpe firmate Betty Boop.
Subito dopo è iniziata la grande avventura del master: incerta sul da farsi una volta laureata ho iniziato a cercare su internet notizie sui master.
L'università di Palermo fa master solo per le professioni sanitarie quindi, miei cari umanisti palermitani, mettetevi il cuore in pace ed emigrate.
Vagando fra le innumerevoli e confusionarie informazioni che affollano internet sono approdata alla pagina del master che sto frequentando: ho mandato la domanda on-line, era un venerdì sera, me lo ricordo, Marco era a lavoro e gli ho mandato un messaggio per dirgli della cosa. Il lunedì arriva la risposta: convocata in tempi brevissimi per fare il colloquio, prendiamo i biglietti, prenotiamo l'albergo, il 12 maggio io e Marco partiamo per Milano. Una settimana dopo arriva la risposta ed ora eccomi qua.
Ma è necessario il passo indietro: il 27 marzo io e consorte abbiamo fatto i nostri primi, rispettivi tatù. Il mio è un verso tratto da un'elegia anglosassone del X sec. L'elegia si chiama Deor e il verso tradotto fa più o meno così: quello è passato, così possa anche questo.
Nel frattempo continuavo il mio corso da Web Master e pianificavo, assieme al mio uomo bello, la partenza. Abbiamo comprato tante cose: sia per la casa e la vita nuova ma anche cose belle che ci piaceva avere. Abbiamo comprato tanti libri.
In luglio è morta mia nonna, in agosto siamo partiti: Sardegna. Abbiamo anche visto tanti concerti: Afterhours, Le luci della centrale elettrica, Caparezza.
In Ottobre è iniziato il conto alla rovescia: un mese e saremmo stati a Milano.
Gli scatoloni hanno iniziato ad ammucchiarsi per casa, Clarissa li ha odorati tutti e in qualcuno ci ha anche dormito dentro.
Ed ora siamo a casa nuova già da un po', questa è la vita nuova.
Mi piacerebbe dire che tutto il resto l'ho lasciato indietro: ancora no, ma ci provo sempre.
Di Milano mi piace: il clima, la nebbia e la pioggia, il freddo, le mani dentro le tasche quando cammino per strada, la metro, piazza Duomo, la mia scuola, andare alle mostre, andare ai concerti, la mia nuova casa, la mia cucina e il mio bellissimo tappetino inglese, il posto dove tengo i tè, il ripostiglio e lo scaffale dei detersivi, il bagno appena pulito, accendere una candela che sa di cannella, il detersivo del bucato sulla lavatrice, il mocio della Coop che ha i fiori disegnati sopra, Marco che stende la biancheria, Marco che parla al telefono nel terrazzino, il nostro armadio condiviso, il negozio monomarca L'Oreal, Arnold's cafè, le biciclette, Tiger, il cofanetto di cd con 100 canzoni di Natale.
Non mi piace invece la frenesia, la voglia di apparire sempre un po' migliori degli altri, il fatto che una community manager sia poco più che l'admin di forum, il fatto che il marketing ci piace perché la gente che lo fa è figa ma non ci fermiamo neppure un minuto a pensare se faccia davvero bene al mondo. Non mi piace l'allegria forzata, l'essere sempre felici e divertenti e sempre tutti insieme, non mi piace essere giudicata perché per me l'amicizia è qualcosa che si costruisce in anni e non nel giro di un paio d'ore. In generale, non mi piace sentirmi così distante dagli altri, dai miei coetanei, dai miei colleghi, dalle persone che, più o meno, dovrebbero essere più simili a me, eppure, pur non piacendomi, sento la necessità di fare un passo indietro, di sottolineare che io non sono come loro e non per vantarmi, non perché sia meglio ma nella speranza che un giorno arrivi qualcun altro come me, meglio o peggio che sia, e io possa iniziare a sentirmi meno sola.
Sembrerà banale, scontato e anche un po' melenso, ma questo 2014 è stato bello e straordinario anche grazie al mio bellissimo consorte. Lui c'è stato e non c'è nient'altro da aggiungere. Ci siamo stati entrambi e ci siamo stati non solo come coppia ma come amici e come compagni, come due che si piacciono così tanto da decidere di vivere tutto insieme.
E poi c'è stata Clarissa, la mia micia che ora è lontana, è a Palermo e mi manca come mancano le persone.
Intanto, questo è il nostro Natale, tanti auguri a tutti, che il nuovo possa essere bello ed emozionante e che porti tanti bei colpi di scena.
Nessun commento:
Posta un commento
Caro Anonimo, se vuoi insultarmi devi almeno metterci la faccia. Se non lo farai il tuo commento non verrà pubblicato perché allora non sarai una persona che vuole muovere una critica ma solo uno che vuole litigare. E io ho cose ben più serie da fare, nella vita, che litigare con uno che non ha neppure il coraggio delle proprie parole :)