Salve a tutti, oggi si parla di Marguerite Yourcenar, il mio primo libro di Marguerite Yourcenar.
Nei miei diabolici piani libreschi è previsto Memorie di Adriano ma ho preferito iniziare da qualcosa di meno conosciuto. Ora vi dico come è andata...
ALEXIS O TRATTATO DELLA LOTTA VANA (1929)
Ed. Feltrinelli
Prezzo € 7
3/5 su Goodreads
Gli altri pochi personaggi che si intravedono durante le descrizioni sono ovviamente la moglie e una comune conoscente che fa in modo che i due si fidanzino.
Il nostro protagonista/narratore sviscera minuziosamente eventi della sua vita che reputa significativi per la sua lunga lettera-confessione, utilizza un tono molto alto, quasi poetico che affatica molto la lettura e la rende poco scorrevole.
Il testo sembra costellato di frasi messe lì apposta per "diventare una citazione".
Non so se sia un problema della traduzione o sia legato al fatto che ci troviamo davanti ad un'opera degli anni Venti, tuttavia, come sapete, preferisco un stile molto più pane al pane.
Ho trovato faticosissimo leggerlo, ma le ultime pagine hanno riscattato la mia lunga e faticosa lettura.
Le ultime venti pagine sono infatti davvero belle, ben scritte, toccanti.
Fra tutto ciò che più mi piace e ciò che trovo più riuscito di questo libro è il titolo, anzi, il sottotitolo: la lotta vana del protagonista è una lotta contro se stesso, è la censura che perpetua per tutta la sua vita finché si rende conto che quella lotta è vana perché nascondere, dissimulare non significa cambiare davvero. Lui vive la sua omosessualità come una colpa e ci lotta contro, finché non decide di accettarla e di cambiare la propria vita.
TRAMA
Alexis o trattato della lotta vana, non ha, in sé una trama.
Si tratta infatti di una lunghissima lettera che un uomo scrive alla propria moglie per spiegarle il perché del suo abbandono. Il motivo è la sua omosessualità. L'uomo che scrive la lettera ha vissuto per tutta la sua vita la propria omosessualità come una colpa e solo nell'ultimo periodo riesce ad accettarla e a prendere la decisione di separarsi dalla moglie.
Durante questa lunga lettera vengono narrate vicende della giovinezza dell'uomo e vicende della sua vita assieme alla moglie e si incontrano indizi che ci portano a capire quale sia la lotta del nostro protagonista. Questa lotta è tuttavia vana: si può davvero lottare per tutta la vita contro ciò che si è davvero?
Si tratta infatti di una lunghissima lettera che un uomo scrive alla propria moglie per spiegarle il perché del suo abbandono. Il motivo è la sua omosessualità. L'uomo che scrive la lettera ha vissuto per tutta la sua vita la propria omosessualità come una colpa e solo nell'ultimo periodo riesce ad accettarla e a prendere la decisione di separarsi dalla moglie.
Durante questa lunga lettera vengono narrate vicende della giovinezza dell'uomo e vicende della sua vita assieme alla moglie e si incontrano indizi che ci portano a capire quale sia la lotta del nostro protagonista. Questa lotta è tuttavia vana: si può davvero lottare per tutta la vita contro ciò che si è davvero?
I PERSONAGGI
Il personaggio, come dicevo, in realtà è uno solo, la voce narrante nonché autore della lettera.Gli altri pochi personaggi che si intravedono durante le descrizioni sono ovviamente la moglie e una comune conoscente che fa in modo che i due si fidanzino.
Il nostro protagonista/narratore sviscera minuziosamente eventi della sua vita che reputa significativi per la sua lunga lettera-confessione, utilizza un tono molto alto, quasi poetico che affatica molto la lettura e la rende poco scorrevole.
LO STILE
Lo stile è appunto abbastanza artificioso e poetico.Il testo sembra costellato di frasi messe lì apposta per "diventare una citazione".
Non so se sia un problema della traduzione o sia legato al fatto che ci troviamo davanti ad un'opera degli anni Venti, tuttavia, come sapete, preferisco un stile molto più pane al pane.
CONCLUSIONI
Questo libro non mi è piaciuto e non mi è dispiaciuto.Ho trovato faticosissimo leggerlo, ma le ultime pagine hanno riscattato la mia lunga e faticosa lettura.
Le ultime venti pagine sono infatti davvero belle, ben scritte, toccanti.
Fra tutto ciò che più mi piace e ciò che trovo più riuscito di questo libro è il titolo, anzi, il sottotitolo: la lotta vana del protagonista è una lotta contro se stesso, è la censura che perpetua per tutta la sua vita finché si rende conto che quella lotta è vana perché nascondere, dissimulare non significa cambiare davvero. Lui vive la sua omosessualità come una colpa e ci lotta contro, finché non decide di accettarla e di cambiare la propria vita.
Non lo avevo neppure mai sentito nominare O.O non credo neppure di averlo mai visto in libreria! Aspetto la tua recensione di Memorie di Adriano, perché questo non mi ispira molto!
RispondiElimina:) allora devo leggerlo al più presto!
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