Emh, eccoci qua.
Sì lo so, non è serio né professionale iniziare a parlare di Marlowe con un emh ma il senso di inadeguatezza mi pervade.
Ok, allora, cominciamo dal principio.
Christopher Marlowe è un drammaturgo inglese della fine del XVI secolo, contemporaneo di Shakespeare.
In questo libro Marlowe ci parla di un uomo che non vuole accettare i propri limiti ma una volta superati quei limiti, si accontenta di poco, non aspira più alla grandezza.
E' molto facile lasciarsi prendere un po' la mano e vedere nel Faust quello che non c'è.
Abbiamo noi contemporanei il diritto di cavar fuori da un dramma del 1590 sensi che appartengono esclusivamente alla nostra epoca?
IL DOTTOR FAUST (1590 ca)
Christopher Marlowe
Ed. Oscar Mondadori
Prezzo € 8
4/ 5 su Goodreads
TRAMA
Faust è un uomo avido di conoscenza.
Nella sua vita ha studiato tutto, è arrivato a conoscere tutto ma non gli basta, vuole andare oltre.
Così stringe un patto con diavolo: Lucifero gli darà conoscenze e poteri illimitati ma solo per 24 anni. Allo scadere di quella data l'anima di Faust apparterrà a Lucifero, verrà dannata e lui morirà.
Faust è combattuto, certo, ma alla fine accetta.
Nonostante i grandi poteri cui ha accesso, di fatto, Faust non fa grandi cose: spettacolini quasi di "magia" per intrattenere i propri ospiti e poco altro.
Faust sa che tutto questo non è magnifico e sa che lo sta pagando con la propria anima, ciò nonostante, quasi innescando un meccanismo di negazione, continua a far apparire personaggi storici dall'oltretomba nutrendosi degli applausi di chi non vede aldilà del proprio naso e vendendo agli occhi del pubblico e di se stesso quell'esercizio di doti magiche del tutto fine a se stesso come qualcosa di straordinario.
Nonostante il suo grande sacrificio, Faust compierà solo imprese da poco.
Nella sua vita ha studiato tutto, è arrivato a conoscere tutto ma non gli basta, vuole andare oltre.
Così stringe un patto con diavolo: Lucifero gli darà conoscenze e poteri illimitati ma solo per 24 anni. Allo scadere di quella data l'anima di Faust apparterrà a Lucifero, verrà dannata e lui morirà.
Faust è combattuto, certo, ma alla fine accetta.
Nonostante i grandi poteri cui ha accesso, di fatto, Faust non fa grandi cose: spettacolini quasi di "magia" per intrattenere i propri ospiti e poco altro.
Faust sa che tutto questo non è magnifico e sa che lo sta pagando con la propria anima, ciò nonostante, quasi innescando un meccanismo di negazione, continua a far apparire personaggi storici dall'oltretomba nutrendosi degli applausi di chi non vede aldilà del proprio naso e vendendo agli occhi del pubblico e di se stesso quell'esercizio di doti magiche del tutto fine a se stesso come qualcosa di straordinario.
Nonostante il suo grande sacrificio, Faust compierà solo imprese da poco.
I peccati di cui Faust si macchia sono essenzialmente due: l'avidità e la superbia.
Dell'avidità abbiamo già parlato, della superbia vi dico adesso: nel momento in cui stringe il suo patto col Diavolo Faust inizia a comportarsi come se non avesse limiti. O meglio, come se non avesse limiti umani e dimenticando o forse solo mettendo da parte, per paura, che il più grande dei limiti umani, la morte, lo aspetta dietro l'angolo.
Faust ha la malinconia un po' farsesca di certe persone che ho conosciuto in questi ultimi tempi: aspiro alla grandezza, pago un caro prezzo per arrivarci ma quando capisco che anche la mediocrità viene applaudita allora mi fermo, perché faticare? Ho solo dato la mia anima in cambio, del resto..
Mi dispiace pensarlo in questi termini ma in fin dei conti, Faust è proprio questo, è un mediocre. E lo è ancor di più alla luce del fatto che lui è ben consapevole di cosa sia la grandezza.
E' Faust, forse, il primo eroe perdente?
Mentre Shakespeare scriveva di grandi eroi tragici o trionfanti, Marlowe pensava al suo piccolo, insignificante, oserei dire fantozziano Faust?
Se la guardo in questa prospettiva Marlowe mi appare tanto più contemporaneo di Shakespeare.
Dell'avidità abbiamo già parlato, della superbia vi dico adesso: nel momento in cui stringe il suo patto col Diavolo Faust inizia a comportarsi come se non avesse limiti. O meglio, come se non avesse limiti umani e dimenticando o forse solo mettendo da parte, per paura, che il più grande dei limiti umani, la morte, lo aspetta dietro l'angolo.
Faust ha la malinconia un po' farsesca di certe persone che ho conosciuto in questi ultimi tempi: aspiro alla grandezza, pago un caro prezzo per arrivarci ma quando capisco che anche la mediocrità viene applaudita allora mi fermo, perché faticare? Ho solo dato la mia anima in cambio, del resto..
Mi dispiace pensarlo in questi termini ma in fin dei conti, Faust è proprio questo, è un mediocre. E lo è ancor di più alla luce del fatto che lui è ben consapevole di cosa sia la grandezza.
E' Faust, forse, il primo eroe perdente?
Mentre Shakespeare scriveva di grandi eroi tragici o trionfanti, Marlowe pensava al suo piccolo, insignificante, oserei dire fantozziano Faust?
Se la guardo in questa prospettiva Marlowe mi appare tanto più contemporaneo di Shakespeare.
Mia cara, non ho tempo di leggere tutto il post né di guardare il video, volevo solo dirti: per me sarebbe bello se citassi il nome del traduttore nei tuoi post. Tanto più che parli spesso di classici, di cui esistono in commercio varie traduzioni.
RispondiEliminaComunque, su tuo consiglio, ho letto "I turbamenti del giovane Torless" (in una vecchia edizione Einaudi della biblioteca) e l'ho abbastanza gradito.
Sarà fatto! :D
Eliminaletto al liceo. mi piacque. ciao!
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