Una scena di Antonio e Cleopatra di J.L. Mankiewicz (1963) |
Buongiorno, oggi una nuova sfida shakespeariana: parlarvi in poche righe di Antonio e Cleopatra...riusciranno i nostri eroi?
Antonio e Cleopatra dovrebbero essere due simpatici amanti ma Shakespeare decide di non renderceli poi così simpatici: siamo davanti all'antieroe-buffone shakespeariano?
ANTONIO E CLEOPATRA (1607)
William Shakespeare
ed. Newton Compton
271 pag. (testo a fronte) - 4,99€
2/5 su Goodreads
Due amanti buffi e antipatici
Antonio e Cleopatra è la storia di due amanti.
Sapendo solo questo della storia potremmo anche dire ma sì dai, saranno simpatici, renderanno il lettore complice della loro tresca e si faranno amare.
Dante ci ha abituati malissimo con i suoi deliziosi Paolo e Francesca: da questi due Antonio e Cleopatra non aspettatevi cotanta tenerezza e delicatezza.
Gli Antonio e Cleopatra di William Shakespeare sono due personaggi piuttosto pesanti e nevrotici.
Il dramma racconta di Antonio, triumviro romano che abbandona Roma - e il tetto coniugale - per assecondare la grande passione incontrollata per Cleopatra, regina d'Egitto.
Da Roma provano in qualsiasi modo a riportarlo indietro a casa - e alla ragione - ma nulla può contro il loro grande amore e la storia, come ben sappiamo, finisce in tragedia.
Tuttavia, nonostante l'impronta e la conclusione tragica dell'opera Antonio e Cleopatra non sono per niente due personaggi tragici: dimentichiamo la tragicità di Amleto o Othello e prepariamoci alla lettura di un'opera incentrata su due personaggi che fanno di tutto per non piacerci.
Perché scrivere un'opera che non piaccia?
L'opera in sé non è criticabile: ci troviamo pur sempre di fronte al teatro shakespeariano di cui non si può dire nulla di male. Ok. Però, leggendo l'opera mi sono più volte fermata a chiedermi perché Shakespeare abbia voluto creare due personaggi come Antonio e Cleopatra che sembrano creati apposta per non piacere.
Leggendo qualche articolo su internet ho poi scoperto che non era stata solo una mia sensazione: ci sono fior di interpretazioni che vedono in Antonio e Cleopatra un'intenzione anti-eroica e anti-tragica, una sorta di parodia del dramma shakespeariano creata da Shakespeare stesso attraverso due personaggi caricaturali e buffi.
Leggendo qualche articolo su internet ho poi scoperto che non era stata solo una mia sensazione: ci sono fior di interpretazioni che vedono in Antonio e Cleopatra un'intenzione anti-eroica e anti-tragica, una sorta di parodia del dramma shakespeariano creata da Shakespeare stesso attraverso due personaggi caricaturali e buffi.
Posso vederci dell'anti-imperialismo?
Probabilmente ciò che sto per dire è un'eresia e AmaranthineMess-bookblog verrà inserito nell'Index blogorum prohibitorum (ahahah che scema!) ma in una delle poche parti dell'opera che mi è davvero piaciuta io ci visto una certa nota di anti-imperialismo.
Sul finire dell'opera, Cesare Ottaviano, che ha vinto tutte le guerre possibili e immaginabili, parla a Cleopatra dicendole di non aver paura, lei è e resterà una regina e da tale verrà trattata, l'unica cosa che le chiede è di andare a Roma con lui e di sfilare, per dimostrare ai romani che Cesare Ottaviano ha conquistato anche l'Egitto.
A questa richiesta Cleopatra dice di no, non sfilerà mai come un trofeo.
Questa resistenza dell'africano Egitto al Roma-centrismo di Cesare Ottaviano mi è piaciuto, mi ha fatto montare un po' d'orgoglio anti-imperialista e mi ha fatto stare per la prima volta in tutta l'opera dalla parte di Cleopatra.
Per altro, Cleopatra mi pare sia un personaggio femminile molto eversivo: è capo di uno Stato ed è un'amante che vive esplicitamente il suo rapporto adultero e che usa la propria sensualità per piegare il prossimo al proprio volere.
Per tirare una parvenza di conclusione devo dire che quest'opera mi ha lasciato molto perplessa e molto dubbiosa: in generale non è la mia opera shakespeariana preferita per i motivi di cui sopra ma poi, al suo interno, ci sono come incastonati pezzetti di altissimo teatro che mi hanno davvero rapita.
Sul finire dell'opera, Cesare Ottaviano, che ha vinto tutte le guerre possibili e immaginabili, parla a Cleopatra dicendole di non aver paura, lei è e resterà una regina e da tale verrà trattata, l'unica cosa che le chiede è di andare a Roma con lui e di sfilare, per dimostrare ai romani che Cesare Ottaviano ha conquistato anche l'Egitto.
A questa richiesta Cleopatra dice di no, non sfilerà mai come un trofeo.
Questa resistenza dell'africano Egitto al Roma-centrismo di Cesare Ottaviano mi è piaciuto, mi ha fatto montare un po' d'orgoglio anti-imperialista e mi ha fatto stare per la prima volta in tutta l'opera dalla parte di Cleopatra.
Per altro, Cleopatra mi pare sia un personaggio femminile molto eversivo: è capo di uno Stato ed è un'amante che vive esplicitamente il suo rapporto adultero e che usa la propria sensualità per piegare il prossimo al proprio volere.
Per tirare una parvenza di conclusione devo dire che quest'opera mi ha lasciato molto perplessa e molto dubbiosa: in generale non è la mia opera shakespeariana preferita per i motivi di cui sopra ma poi, al suo interno, ci sono come incastonati pezzetti di altissimo teatro che mi hanno davvero rapita.
All'interno del titolo del libro (quello che trovate sotto la copertina del libro) ho inserito un link che vi porta direttamente su Amazon. Poiché sono un'affiliata se deciderete di acquistare un libro attraverso uno dei miei link contribuirete al sostentamento di AmaranthineMess - bookblog. Vi ringrazio sin da ora se vorrete farlo :)
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Caro Anonimo, se vuoi insultarmi devi almeno metterci la faccia. Se non lo farai il tuo commento non verrà pubblicato perché allora non sarai una persona che vuole muovere una critica ma solo uno che vuole litigare. E io ho cose ben più serie da fare, nella vita, che litigare con uno che non ha neppure il coraggio delle proprie parole :)