martedì 26 luglio 2016

La tempesta - William Shakespeare #BookTalk

John William Waterhouse, Miranda (1875)
Continuo a seguire il bel percorso tracciato da Maratona shakespeariana e continuo dunque le mie mensili letture di Shakespeare (al momento, ho saltato solo Aprile, Re Lear!).

Il mese di giugno è stato quello di The tempest, commedia in cinque atti composta intorno al 1611.

Si dice che questa sia l'ultima opera che Shakespeare scrisse da solo e che sia una sorta di suo testamento spirituale e professionale.
Personalmente continuo a preferire opere per così dire più "passionali", la tragedie sono sicuramente le mie preferite e fra queste Othello e Hamlet svettano, tuttavia quest'opera pur non avendomi colpita di per sé mi ha molto incuriosita per tutto il suo intorno. Vediamo un po'..

Prospero, duca di Milano, esiliato su un'isola, trama per riconquistare il potere usurpatogli dal fratello. Per farlo provocherà una tempesta che farà naufragare il fratello proprio sulla sua isola..





LA TEMPESTA William Shakespeare
ed. Feltrinelli

a cura di Agostino Lombardo
250 pag. (testo a fronte) - 9€ 
*** su Goodreads

Il teatro nel teatro


Inserire una rappresentazione teatrale dentro un'altra rappresentazione teatrale è un po' la firma di Shakespeare: se in Hamlet si mette in scena un vero e proprio spettacolo, in molte altre sue opere ritroviamo spesso situazioni e personaggi che ci parlano di teatro (usiamo un tecnicismo, metateatrali...).

Così ne La Tempesta Shakespeare costruisce situazioni in cui il teatro è presente: la tempesta in sé è una messa in scena ordita da Prospero grazie alle sue arti magiche e lo sono anche tutte le azioni compiute da Ariel (Ariel è uno spiritello al servizio di Prospero; può trasformarsi e creare delle illusioni visive e uditive. Questo potere è sfruttato da Prospero per portare avanti il suo piano..).

Secondo alcune interpretazioni, come dicevo, La tempesta è una sorta di testamento per Shakespeare: riprende molti dei temi già trattati in altre opere e mostra un personaggio - Prospero - che utilizza per l'ultima volta l'arte della magia e poi l'abbandona per sempre: potrebbe essere un alter-ego dello stesso caro Will?

Questa foto viene dal mio profilo Instagram: amaranthinemess_bookblog


L'affaire magia

La questione scottante dell'opera è la magia, che è forse anche la caratteristica che me lo ha fatto apprezzare meno.
Non apprezzo particolarmente l'opera fantasy, passatemi il termine, così tutta questa profusione di illusioni magiche e spiritelli mi ha un po' fatto storcere il naso (preferisco i fantasmi agli spiritelli, mio caro Will ù_ù).

La questione è scottante perché solo una decina d'anni prima della stesura de La tempesta, a Roma, Giordano Bruno veniva bruciato con l'accusa di esoterismo. E' vero, là ci trovavamo in ambiente cattolico, Shakespeare si trova in ambiente protestante ma in ogni caso i discorsi sulla magia non sono visti di buon occhio.

Il colonialismo di Prospero


Uno degli aspetti che mi ha più coinvolta de La tempesta è certamente il personaggio di Caliban e della madre Sycorax e tutto ciò che gira loro intorno.

Con lo sviluppo dei post-colonial e dei women studies (due branche della critica letteraria e della sociologia che si occupano di studiare rispettivamente gli autori e le opere nate in territori ex-colonie e le autrici e i personaggi femminili) La tempesta è stata oggetto di studio e di critica soprattutto per il ruolo di questi due personaggi: Prospero è il colonizzatore europeo che arriva e spazza via tutto quello che c'era prima - non considerandolo cultura, aggiungerei.

E' ovviamente anacronistico parlare di critica anti-colonialista in Shakespeare ma a quanto pare già in quegli anni circolavano opere che mettevano in discussione la moralità della colonizzazione delle Indie da parte degli europei (del resto la Brevìsima relaciòn de la destrucciòn de las Indias di Bartolomé de las Casas è del 1542..).

Prospero arriva e toglie il potere e la libertà a Calibano, considerato solo un selvaggio e spazza via la memoria di Sycorax, detentrice del potere della conoscenza sull'isola: una volta stabilitosi sull'isola Prospero ne diventa il capo "politico" e anche il detentore delle arti magiche.

Sarà che la magia non mi rapisce ma quest'opera, vista nel quadro generale delle opere di Shakespeare non è di certo la mia preferita. Certamente ci sono spunti molto interessanti ma non tocca la profondità di altre opere - una a caso, tanto per citarla nuovamente, Hamlet, ma ricordiamo che quella è una tragedia e in quanto tale si presta...

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1 commento:

  1. Non conoscevo quest'opera di Shakespeare, il tuo post mi ha incuriosito parecchio. Il tema della tempesta lo trovo molto interessante!

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Caro Anonimo, se vuoi insultarmi devi almeno metterci la faccia. Se non lo farai il tuo commento non verrà pubblicato perché allora non sarai una persona che vuole muovere una critica ma solo uno che vuole litigare. E io ho cose ben più serie da fare, nella vita, che litigare con uno che non ha neppure il coraggio delle proprie parole :)

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