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Dopo avervi ammorbato con le mie lamentele su questo libro sia su Facebook che su Instagram e a più riprese, è arrivato il momento di parlarne, dunque, parliamone!
In una Parigi di fine Ottocento, durante l'Esposizione universale, si verificano delle morti sospette: alcune delle persone che si recano in visita alla neonata Tour Eiffel vengono punti da un'ape e muoiono. Ad indagare su queste strane morti un libraio di rue Saints-Pères..
IL MISTERO DI RUE DES SAINTS-PERES
(2007)
Claude Izner
Claude Izner
ed. TEA
a cura di C. Salina
309 pag. - 9€
** su Goodreads
Tutti i miei pregiudizi sul giallo...
Dunque, io e i gialli non abbiamo un grandissimo rapporto.
Devo essere sincera non ho ancora mai letto in vita mia un giallo che mi sia piaciuto (anche se, c'è da dire, Il silenzio degli innocenti e Murder on the Orient express giacciono ancora sullo scaffale e io ripongo in loro tutte le mie speranze) e in generale non ho una grandissima considerazione del genere giallo: lo metto un po' alla stregua dei rosa o dei "nuovi romanzi storici" (tipo Valerio Massimo Manfredi, Dan Brown e compagnia): una lettura che sarà probabilmente una cagata, poco probabilmente una lettura gradevole e in ogni caso nulla di eccezionale.
Nonostante questo mio brutto pregiudizio sul genere giallo ho però anche una strana e sconsiderata aspettativa che si muove in direzione diametralmente opposta al mio pregiudizio: quando inizio un giallo mi aspetto sempre pathos, tensione, voglia di leggerlo tutto d'un fiato e sapere come va a finire.
Neanche a dirlo, questa aspettativa è stata quasi sempre delusa dai gialli che ho letto sino ad ora.
Dunque, io e i gialli non abbiamo un grandissimo rapporto.
Devo essere sincera non ho ancora mai letto in vita mia un giallo che mi sia piaciuto (anche se, c'è da dire, Il silenzio degli innocenti e Murder on the Orient express giacciono ancora sullo scaffale e io ripongo in loro tutte le mie speranze) e in generale non ho una grandissima considerazione del genere giallo: lo metto un po' alla stregua dei rosa o dei "nuovi romanzi storici" (tipo Valerio Massimo Manfredi, Dan Brown e compagnia): una lettura che sarà probabilmente una cagata, poco probabilmente una lettura gradevole e in ogni caso nulla di eccezionale.
Nonostante questo mio brutto pregiudizio sul genere giallo ho però anche una strana e sconsiderata aspettativa che si muove in direzione diametralmente opposta al mio pregiudizio: quando inizio un giallo mi aspetto sempre pathos, tensione, voglia di leggerlo tutto d'un fiato e sapere come va a finire.
Neanche a dirlo, questa aspettativa è stata quasi sempre delusa dai gialli che ho letto sino ad ora.
Questa foto potete trovarla anche sul mio profilo Instagram |
L'intrigo è fiacco
Ma andiamo al nostro uomo, cioè, libro: Il mistero di rue des Saints-Pères è un libro fiacchissimo.
La trama non decolla, il pathos non si vede neppure da lontano, la storia ogni tanto langue, muore, poi si riprende.
In generale l'aspettativa di tensione che avevo riposto anche in questo ennesimo giallo è stata tradita del tutto.
L'ho letto tutto (anche se sono stata più volte tentata di abbandonarlo) perché volendo non è scritto male, la narrazione si segue bene ma è piatto, irrimediabilmente piatto.
Ogni speranza è vana
Ad un certo punto, a libro inoltrato ho cercato come potevo di aggrapparmi alla speranza. Mi dicevo: su, dai, se la trama è così piatta significa certamente che ci sarà un finalone.
Ecco, non c'è stato.
Il momento in cui il mistero viene svelato ha mosso in me pensieri del tipo "Ma guarda un po'" oppure "Ah, davvero?" senza suscitarmi la benché minima soddisfazione per aver portato a termine l'impresa.
Due stelline solo per lo stile che tutto sommato non è male.
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Anche a me i gialli non hanno mai attratto: non che ne abbia letti molti, a dire la verità, ma non mi ispirano proprio. Apprezzato comunque il tuo giudizio obiettivo :)
RispondiEliminaGrazie mille :D
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