domenica 21 agosto 2011

Le piaghe d'Italia vol.1: il calcio


In questi giorni una grandiosa diatriba si è aperta sul nostro amato Paese e ci ha dimostrato per l'ennesima volta che belle persone esercitano quello pseudo sport che è il calcio.
La questione è stata la seguente: poiché l'Italia versa in una gravissima crisi economica il Governo - che forse per la prima volta nella storia fa qualcosa di buono e giusto - ha creato un contributo di solidarietà, ovvero una tassa che chi guadagna più di un certo reddito, ovvero le persone veramente ricche, dovrà versare allo Stato. Sappiamo benissimo che i calciatori guadagnano moltissimo per fare pochissimo e che la gran parte di loro sperpera il denaro in auto di lusso e bottiglie di champagne da trentamila euro l'una, ragion per cui loro fra i primi rientrano fra coloro i quali devono versare questa tassa.
Troppo semplice davvero, visto anche i cervelloni con quali abbiamo a che fare! Da Montezemolo ai giocatori di basket tutti si sono da subito ritenuti d'accordo a versare il contributo, soltanto i calciatori hanno avuto da ridire. Adesso io non so bene se la polemica sia stata alzata soltanto da un calciatore - un cervellone fra cervelloni..- fatto sta che l'idea era quella che le società pagassero questo contributo al posto dei loro calciatori, perché loro poveretti con quella miseria che guadagnano non possono mica mettersi a contribuire per non fare andare in bancarotta il Paese in cui vivono e vengono tratti come nababbi! Ma che idee!

Detto questo, mi rivolgo a te zio Peppino, a te che sei operaio cinquantenne e cassintegrato, e mi rivolgo anche a te, zio Totò che vendi frutta su una moto ape, e ancora mi rivolgo a tutti i trentenni disoccupati o precari e a tutti i lavoratori che per mille euro al mese si spaccano la schiena dieci ore al giorno: vi pare dignitoso continuare a seguire e supportare un business che si fa beffe di tutti gli sforzi che voi fate giornalmente per tirare a campare? Io davvero non capisco cosa vi spinga a seguire il calcio. 
E' la passione per questo sport? Non credo, perché se lo fosse sarebbe per voi di certo più entusiasmante seguire delle piccole squadre locali e reali, che potreste vedere giocare dal vivo e conoscere.
E allora di cosa si tratta?
Io penso che si tratti di un grave malessere.
State davvero male, lo penso sul serio, non sto facendo una battuta e non la sto buttando sul cinico. Io penso davvero che manchi qualcosa nelle vostre vite e voi compensate col pallone, che non è più una passione, ormai va aldilà del semplice tifo, è diventata una mania, è diventata una dipendenza
Se vi bucaste due volte al giorno probabilmente ledereste molto meno la vostra dignità di lavoratori.

Il calcio è l'oppio dei popoli.

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