In questi giorni una grandiosa diatriba si è aperta sul nostro amato Paese e ci ha dimostrato per l'ennesima volta che belle persone esercitano quello pseudo sport che è il calcio.
La questione è stata la seguente: poiché l'Italia versa in una gravissima crisi economica il Governo - che forse per la prima volta nella storia fa qualcosa di buono e giusto - ha creato un contributo di solidarietà, ovvero una tassa che chi guadagna più di un certo reddito, ovvero le persone veramente ricche, dovrà versare allo Stato. Sappiamo benissimo che i calciatori guadagnano moltissimo per fare pochissimo e che la gran parte di loro sperpera il denaro in auto di lusso e bottiglie di champagne da trentamila euro l'una, ragion per cui loro fra i primi rientrano fra coloro i quali devono versare questa tassa.
Troppo semplice davvero, visto anche i cervelloni con quali abbiamo a che fare! Da Montezemolo ai giocatori di basket tutti si sono da subito ritenuti d'accordo a versare il contributo, soltanto i calciatori hanno avuto da ridire. Adesso io non so bene se la polemica sia stata alzata soltanto da un calciatore - un cervellone fra cervelloni..- fatto sta che l'idea era quella che le società pagassero questo contributo al posto dei loro calciatori, perché loro poveretti con quella miseria che guadagnano non possono mica mettersi a contribuire per non fare andare in bancarotta il Paese in cui vivono e vengono tratti come nababbi! Ma che idee!
Detto questo, mi rivolgo a te zio Peppino, a te che sei operaio cinquantenne e cassintegrato, e mi rivolgo anche a te, zio Totò che vendi frutta su una moto ape, e ancora mi rivolgo a tutti i trentenni disoccupati o precari e a tutti i lavoratori che per mille euro al mese si spaccano la schiena dieci ore al giorno: vi pare dignitoso continuare a seguire e supportare un business che si fa beffe di tutti gli sforzi che voi fate giornalmente per tirare a campare? Io davvero non capisco cosa vi spinga a seguire il calcio.
E' la passione per questo sport? Non credo, perché se lo fosse sarebbe per voi di certo più entusiasmante seguire delle piccole squadre locali e reali, che potreste vedere giocare dal vivo e conoscere.
E allora di cosa si tratta?
Io penso che si tratti di un grave malessere.
State davvero male, lo penso sul serio, non sto facendo una battuta e non la sto buttando sul cinico. Io penso davvero che manchi qualcosa nelle vostre vite e voi compensate col pallone, che non è più una passione, ormai va aldilà del semplice tifo, è diventata una mania, è diventata una dipendenza.
Se vi bucaste due volte al giorno probabilmente ledereste molto meno la vostra dignità di lavoratori.
Il calcio è l'oppio dei popoli.
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Caro Anonimo, se vuoi insultarmi devi almeno metterci la faccia. Se non lo farai il tuo commento non verrà pubblicato perché allora non sarai una persona che vuole muovere una critica ma solo uno che vuole litigare. E io ho cose ben più serie da fare, nella vita, che litigare con uno che non ha neppure il coraggio delle proprie parole :)