mercoledì 23 novembre 2011

Un giorno per dire grazie

Domani negli Stati Uniti si festeggia il Thanksgiving day.
Il giorno del Ringraziamento è una festa molto importante per gli americani, che la festeggiano ogni hanno con sontuosi menu a base di tacchino, zucca e granturco.
Il giorno del Ringraziamento ha radici antiche: nel 1621 i padri pellegrini sbarcarono sulle coste americane, e trovarono un territorio del tutto nuovo per loro e quasi totalmente selvaggio, abitato dagli indigeni.

Già durante il lungo viaggio iniziato sulle coste britanniche, i padri pellegrini avevano perso moltissimi dei loro compagni e quando il raccolto delle sementi che avevano portato con sé dalla madre patria si rivelò praticamente nullo, vennero decimati ulteriormente.
I padri pellegrini vennero infine salvati dagli indigeni, che indicarono loro quali ortaggi coltivare - zucche, granturco - e quali animali allevare - tacchini.

Il giorno del Ringraziamento nasce dunque per rendere grazie a Dio del buon raccolto avuto dopo questi episodi.
Non per essere prosaica, ma perchè rendere grazie a Dio, quando l'aiuto gli è venuto dagli indigeni?
C'è da dire che almeno i padri pellegrini invitarono gli indigeni a condividere con loro il pranzo del Ringraziamento e la cosa mi fa sorridere, tutta la vicenda mi fa sorridere, perchè penso a quello che è successo dopo, a come si sono messe le cose, e ad un curioso concetto chiamato "riserve per i pellerossa".
Sì, sì, lo so, la polemica anti-imperialista stona con tutte queste belle zucche rigogliose che vi sto propinando, vi aspettavate un articolo sulle gioie della cucina americana ed io vi sto - as usual - avvelenando con recriminazioni e critiche.
Posso esagerare? Sapete quanti poveri tacchini vengono uccisi per lasciare che gli americani rendano grazie a Dio?

In generale, come ne avrete arguito, la festa del Ringraziamento non mi va tanto a genio, tranne per una cosa, la sue essenza stessa, ovvero il rendere grazie.
Non voglio scadere nel patetico o nel moralistico, ma al giorno d'oggi il rendere grazie è un bisogno sottovalutato.
Siamo tutti intraprendenti, tutti corriamo qua e là, ognuno artefice del proprio destino, ci impegniamo per realizzare le nostre vite, studiamo, lavoriamo, amiamo persone, le sposiamo, generiamo dei figli, tentiamo di insegnargli qualcosa e poi un giorno moriamo e per tutto questo, non abbiamo mai detto grazie a nessuno.

Io sento, invece, di dover rendere grazie ad un mucchio di gente, sento profondamente che se non fosse per lo sforzo di chi mi ha nutrita, dissetata, educata, sostenuta io non sarei qui, e non sarei qui in questo modo.
Quindi, grazie. 
Vorrei scrivere il nome di ciascuno di voi, ma quest è un blog molto serio che ci tiene a rimanere impersonale, eh eh ;)
L'invito di oggi, quindi, è a guardarci intorno, mettere a fuoco le cose importanti della nostra vita e chiederci a chi sarebbe giusto dire grazie per ciò che abbiamo e per ciò che ci rende quelli che siamo.


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