Buongiorno miei cari e buon venerdì!
Anche questa settimana è trascorsa non senza alti e bassi (più bassi che alti?) ma alla fine ce l'abbiamo fatta..
In questo nostro secondo appuntamento con la nuova rubrica #VitadAmaranthine vi voglio raccontare una cosa bizzarra che mi sta accadendo. Una specie di contagio, lento, un virus che si propaga e invade la mia vita.
Proprio ieri ho comprato una tazza. Una tazza rosa molto carina. Non c'è niente di strano è vero. Il problema è che non ho comprato la tazza in quanto contenitore di cibi e/o bevande, ho comprato la tazza in quanto oggetto fotografabile.
Se è successo anche a voi, miei cari, il virus è arrivato e non si scappa.
Vi è mai capitato di acquistare un oggetto più per il suo aspetto che per la sua funzione?
La tazza rosa mi ha guardata e mi ha chiesto: non vorresti forse farmi una foto, traboccante di frutta umida, poggiata su una pila di libri dalle copertine color pastello?
Sì mia cara tazza, la risposta è sì, le ho risposto e l'ho comprata.
Tornando a casa ho inizato un po' a riflettere su quanto accaduto e ho ricondotto tutto quanto a Instagram.
Mi piace molto seguire i profili delle bookstagrammer straniere e tutte quante fanno foto molto simili tra loro ma tutte bellissime. Postano immagini che immortalano libri, gioielli, tazze, cibo, coperte, il tutto buttato un po' lì a caso con nonchalance ma che incredibilmente forma un'armonia perfetta, roba che staresti lì due ore a fissare sempre la stessa foto appagata e felice.
Anch'io vorrei fare foto del genere.
Anch'io vorrei tutto un set coordinato di roba a pois (plaid a pois, maglione a pois, parigine a pois, gatti a pois, biscotti a pois) da adagiare mollemente sul letto e fotografare da angolazioni bizzarre e sorprendenti.
Sto anche valutando l'acquisto di un plaid. E' bianco ed ha dei deliziosi fiocchi di neve argentati stampati su. E' un plaid incredibilmente fotografabile. Ci piazzo sopra una dozzina di libri ammassati ed è fatta.
Da cosa proviene tutto questo? E' solo voglia di apparire? E' solo voglia di mostrare agli altri che la nostra vita è fatta di candide inquadrature di oggetti colorati, sorridenti, rassicuranti? Fotografiamo l'angolo rosa&bianco della nostra libreria e ammassiamo da un lato, lontani dagli occhi, i libri più vecchi, quelli con orribili copertine anni '80?
Forse sì. Però c'è anche altro, io credo.
Credo ci sia di mezzo la bellezza.
I nostri occhi vedono nelle cose molto più di quanto noi riusciamo a percepire. Come ci racconterebbe il buon Arnheim nel suo Arte e percezione visiva quando guardiamo al mondo si instaura un dialogo intimissimo fra il nostro occhio e il cervello, sono in grado di dirsi cose inascoltabili e noi godiamo solo del piacere fugace che deriva da quelle conversazioni amorose.
Libri ed instagram son la mia droga: se mixati insieme poi diventano la mia dipendenza!
RispondiEliminaTi capisco perfettamente ù_ù
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