giovedì 3 novembre 2016

Tutto il nostro sangue - Generazioni di donne

Tutto il nostro sangue Sara Taylor recensione

Buongiorno a tutti, oggi una nuova recensione: Sara Taylor, Tutto il nostro sangue.
Ho letto questo libro grazie alla mia collaborazuone con Thrillernord e anche questa volta è stata una lettura davvero bella e coinvolgente.

Scrivo questo post da casa di mia mamma, a Palermo, in cui l'unico computer è il mio vecchio mini computer datato 2009...se c'è qualcosa di insolito nella formattazione di questo post non preoccupatevi, è tutta colpa del mini computer! 


Tutto il nostro sangue (titolo originale e ben più evocativo The Shores, luogo in cui si svolge tutto il romanzo) è un romanzo cupo, pieno di violenza, frustrazione, discriminazione.
Sara Taylor si cimenta in una prova non facile: parlare di un luogo – le Shores appunto – e di una serie di vite che si intrecciano, nel corso dei secoli, su quelle terre.

Tutto il nostro sangue Sara Taylor recensione


TUTTO IL NOSTRO SANGUE  (2016)
Sara Taylor
ed. Minimum fax

traduzione Nicola Manuppelli
300 pag. - 18€ (ebook: 9,99€)
***** su Goodreads

All’interno di Tutto il nostro sangue ritroviamo tre filoni temporali: uno si svolge nell’Ottocento, uno nel Novecento, l’ultimo in un post apocalittico futuro.
Protagoniste di tutte le storie che ci vengono narrate sono le donne.
Il libro muove da un albero genealogico che si trova nelle prime pagine del libro: attraverso le sue ramificazioni il lettore può seguire l’evolversi delle storie e capire i collegamenti fra di esse.

E’ piuttosto difficile riassumere una trama: nel filone dell’Ottocento conosciamo Medora, una donna “mezzosangue”, metà bianca e metà indiana (d’America) che per sottrarsi ad un padre orribile escogita un piano che la farà ritrovare accanto ad un uomo non migliore di quello da cui scappava. La sua salvezza sarà l’antica scienza della medicina naturale: Medora imparerà ad usare le piante per curare, diventerà una “strega” capace di utilizzare la natura per fare del bene (o del male).
Nel filone del Novecento conosciamo invece Chloe, una ragazzina cresciuta all’ombra di un padre violento e senza scrupoli, un padre che spesso dimentica di portare a casa da mangiare, che ciondola, che riceve in casa amici spacciatori. Chloe, nonostante la giovane età, è risoluta a non sopportare alcun sopruso e ciò la porterà a cambiare per sempre la propria vita e quella della sorellina Renee.
Infine il filone del futuro, articolato essenzialmente in due tappe temporali: la prima ha come protagonista una ragazza che riesce a sopravvivere ad un’epidemia che la lascerà quasi del tutto sola. Recuperando il “filo” della conoscenza delle piante mediche attraverso i libri di una sua prozia, proverà a soddisfare il grande desiderio di dare alla luce un bambino. L’ultima tappa (che è anche il capitolo conclusivo del libro), ha un che di fiabesco: ci troviamo in un futuro ancora più lontano, l’epidemia e ciò che ne è conseguito è il passato, adesso ci troviamo in una fase di rinascita e ricostruzione.

Il libro non procede in ordine cronologico: i filoni temporali sono intrecciati in modo tale da creare un andamento abbastanza discontinuo. Il primo capitolo è ambientato nel 1995 e ha come protagonista Chloe e la sua vicenda familiare, subito dopo il lettore viene catapultato nel 1933 e poi ancora nel 1992.
Il filone temporale dell’Ottocento e quello del Novecento sono abbastanza omogenei per stile di scrittura e temi trattati, il filone del futuro, invece, sembra quasi un’appendice, una storia a parte, collegata in modo più debole rispetto alle altre sia all’albero genealogico che alle storie precedenti.
Mentre per quanto riguarda i primi due filoni ci troviamo immersi in una sorta di realismo oscuro, in cui, con crudezza, ci vengono raccontate le storie che si succedono alle Shores, nel terzo filone troviamo un’atmosfera quasi fiabesca, un realismo magico e non meno oscuro, che ci racconta proprio come in una fiaba l’epilogo della storia.

I temi trattati sono davvero importanti: il ruolo della donna, l’emarginazione, la discriminazione, la maternità, la conoscenza in mano alle donne.
In Tutto il nostro sangue conosciamo donne risolute, donne determinate a sopravvivere agli eventi, donne discriminate perché troppo indipendenti, emancipate o perché diverse dallo stereotipo femminile comune.
La conoscenza di Medora, la cura attraverso le piante, è potente e, per questo, ostacolata: Medora è vista come una “strega”, una donna che soccombe ma rinasce, ogni volta.
La sua conoscenza passa attraverso i secoli: la ritroviamo nel Novecento e poi anche nel post apocalittico futuro.

Anche la maternità è un tema trattato con sapienza: è una maternità povera di effusioni, problematica, dura, spesso assente, emblema di misteri e interrogativi mai chiariti.
Se la maternità nel futuro post apocalittico acquisisce il senso di una rinascita a metà, una rigenerazione priva di speranze e prospettive, nel Novecento la maternità è un filo sottilissimo che lega passato e presente: la piccola Chloe, conosciuta dal lettore già dal primo capitolo, torna sul finire del libro, ormai grande. E’ cresciuta e ha abbandonato le Shores ma torna indietro per un’ultima domanda: cosa è successo davvero a mia madre?
In quest’ultimo, significativo viaggio indietro nel passato, Chloe sarà costretta a rivivere momenti tragici della propria vita e scoprirà infine la verità sul proprio passato e sulla vita di sua madre.

Questa recensione è stata pubblicata anche su www.thrillernord.it
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Questo libro mi è stato inviato gratuitamente da Thrillernord.
Non ho ricevuto alcun compenso per leggere e recensire il romanzo.

1 commento:

  1. Non conoscevo questo romanzo. Ma dalle parole iniziali e da come lo hai descritto in modo dettagliato e concreto, mi sa che è una lettura che rientra nei generi che preferisco. Mi sembra abbastanza tragico, drammatico e forte in molti sensi come piace a me.
    A presto! :-)

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Caro Anonimo, se vuoi insultarmi devi almeno metterci la faccia. Se non lo farai il tuo commento non verrà pubblicato perché allora non sarai una persona che vuole muovere una critica ma solo uno che vuole litigare. E io ho cose ben più serie da fare, nella vita, che litigare con uno che non ha neppure il coraggio delle proprie parole :)

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